I padovani passano in media 35 ore l'anno nel traffico, Ascom: "Tram utile ma non basterà"
Il 2025? Per Padova sarà l'anno dei cantieri, soprattutto quelli del tram. Come noto, la preoccupazione da parte dei commercianti e degli operatori in senso generale è grande, ma altrettanto grande è quella degli automobilisti per i quali si prospettano mesi di incolonnamenti e, giocoforza, di pazienti attese. Quanto poi saranno lunghe queste attese non è ancora dato sapere. Ciò che invece si sa è che i padovani, nel 2024, hanno perso seduti al volante qualcosa come un giorno e mezzo, più precisamente 35 ore.
Certo, Padova non è Istanbul, la città che sta più male al mondo in quanto a traffico e dove le ore sono ben 105 e nemmeno New York dove di ore se ne perdono 102, o Londra (101) e Parigi (97), però per essere una città di dimensioni contenute, 35 ore sono pur sempre un bel fardello. A certificare quello che i padovani sperimentano comunque ogni giorno e che, con ogni probabilità, sperimenteranno ancora di più nel corso dell'anno appena avviato, è il rapporto 2024 di Inrix, l’agenzia statunitense specializzata in analisi dei trasporti, che ha documentato come il dopo pandemia sia caratterizzato, un po’ dappertutto nel pianeta, da un ritorno all’ufficio e, di conseguenza, ad un aumento del traffico.
Aumento che, per Padova, è piuttosto consistente: +11% rispetto al 2022 e, in aggiunta, un ulteriore +2% nel 2023, situazione che colloca la città del Santo sullo stesso livello di una capitale qual è Helsinki e di una città di dimensioni doppie qual è Norimberga. “Il dato italiano - commenta Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Ascom Padova - non c’è, ma la ricerca di Inrix dice che un automobilista tedesco spreca in media in tempo e benzina 470 euro e un automobilista americano 771 dollari. Fatte le dovute proporzioni per Padova siamo nell’ordine dei 200 euro l’anno, cifra che se fosse destinata ai consumi avrebbe effetti moltiplicatori niente affatto banali”.
Ovvio che si tratti di una cifra destinata a crescere. “Il problema - continua il presidente - è che per fare l’”ultimo miglio”, cioè per arrivare a destinazione, la ricerca dice che i nostri tachimetri registrano una velocità di crociera di 15 km all’ora. Tutto questo ha delle chiare ripercussioni anche sull’economia perché è evidente che se la circolazione è difficoltosa, anche le attività ne risentono, ed il terziario in primis”.
Analizzando i dati, si può riscontrare come, suppergiù, le città venete lamentino gli stessi problemi: si attestano infatti tra le 35 ore di Padova, le 39 di Verona, le 41 di Vicenza e le 30 di Mestre con dati comunque in aumento sia rispetto al 2022 che al 2023. Al tempo stesso, nonostante il monte ore per quelle realtà sia ragguardevole (e dunque anche un punto percentuale in più è tanta roba), non si ferma la progressione nelle grandi città del mondo. Quella che va meglio è Parigi con un +1% sul 2022 e 0% sul 2023; +5% e +2% per Londra; addirittura +12% e +1% per New York.
“E in quei casi - conclude Bertin - parliamo di città che dispongono di un trasporto pubblico di primo livello, servite da metropolitane che arrivano in ogni dove, con una presenza di taxi per noi italiani inimmaginabile, ma che, evidentemente, non cambiano la sostanza di un traffico che resta caotico. Questo deve farci riflettere: aiuterà, ma non sarà il tram il toccasana per Padova. Per questo abbiamo l’obbligo, tutti assieme, con pragmatismo e zero ideologia, di confrontarci tutti, istituzioni e categorie economiche, per trovare soluzioni che siano rispettose dell'ambiente e dell'economia: Magari partendo da una concertazione sul piano del traffico che a Padova manca da tanto, troppo tempo”.