Interrogatori, autopsia, ritorno della Punto: le prossime tappe sull'omicidio di Giulia
Con la consegna alle autorità giudiziarie italiane, sabato all’aeroporto Marco Polo di Venezia, e poi con il trasferimento e l’immatricolazione al carcere Motorio di Verona, la vicenda di Filippo Turetta passa a una fase più processuale e tecnica che indagatoria, con elementi probatori ancora da acquisire e ipotesi di reato da configurare da parte dell’accusa.
Il 22enne di Torreglia accusato dell’omicidio e del rapimento di Giulia Cecchettin dovrà essere sentito dal Giudice delle indagini preliminari per l’interrogatorio di garanzia, successivo all’applicazione della misura della custodia in carcere. Come ha riferito il suo legale, Giovanni Caruso, l’indagato verrà sentito martedì prossimo, e potrebbe non essere interrogato da un giudice delegato dal Gip veneziano Benedetta Vitolo, che ha materialmente emesso l’ordinanza. Il termine dalla notifica è di cinque giorni, e di fatto verrà rispettato. Lunedì, nel frattempo, il legale chiederà l’accesso agli atti d’indagine depositati dalla Procura, così da approntare eventuali ricorsi e comunque studiare la linea difensiva.
Non è escluso che in occasione dell’interrogatorio di garanzia la Procura chieda che al capo di imputazione vengano aggiunte altre aggravanti, prima su tutte la premeditazione, che appesantirebbe la posizione processuale di Turetta. La raccolta degli elementi d’indagine passerà poi dallo svolgimento dell’autopsia sul corpo di Giulia, custodito all’Istituto di Medicina legale dell’Università di Padova. La data notificata ai consulenti è quella del primo dicembre, alle ore 9.00, nella città euganea. La difesa di Turetta dovrà nominare un proprio esperto, assieme a Procura e ai rappresentanti della famiglia Cecchettin.
Non ci sono ancora tempi stabiliti per l’esame sulla Punto nera usata da Turetta la notte del delitto e nella fuga dei giorni seguenti, che risulterebbe ancora custodita in un deposito giudiziario in Germania, a circa dieci chilometri da Halle, dove il giovane è stato detenuto fino a stamani. Da quel che si è appreso, un secondo esame a livello “tecnico-criminale” dovrebbe venire svolto sull’automobile dalle autorità tedesche. Dalla prima perlustrazione effettuata dopo che Turetta era stato bloccato in autostrada, erano emersi un coltello da cucina con una lama di dodici centimetri, probabilmente l’arma del delitto, un paio di guanti e un telefono cellulare contenuti dentro una borsa, tracce di sangue e 300 euro in contanti. Sulla vettura sicuramente verrà fatta un’altra ulteriore ispezione, alla ricerca di tracce organiche, un prelievo del sangue per la sua analisi.