Politica di Redazione , 04/11/2025 10:29

Camani (Pd): "Senza medici di base non c'è assistenza. Sistema sanitario regionale al collasso"

Vanessa Camani
Vanessa Camani

"Da Este a Cittadella, da Monselice a Piove di Sacco, da Abano a Rubano: in tutta la provincia di Padova – e non solo – migliaia di cittadini restano senza medico di base, spesso per mesi. E tra loro ci sono soprattutto anziani, malati cronici e persone fragili. È il risultato di anni di mancata programmazione e di scelte sbagliate da parte della Regione, che ha smantellato pezzo dopo pezzo la medicina del territorio”.
Lo dichiara Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto, commentando la situazione di emergenza che ha colpito diversi comuni del padovano, dove intere comunità risultano oggi scoperte. “Solo nella provincia di Padova – spiega Camani – si contano già decine di migliaia di cittadini senza medico di riferimento. Il problema riguarda decine di comuni: oltre 40 risultano ufficialmente in ‘zona carente’. Non si tratta di episodi isolati ma di un vero e proprio collasso del sistema territoriale”.

Secondo uno studio commissionato dal Gruppo consiliare PD, entro il 2035 il 72,5% dei medici di base della provincia di Padova andrà in pensione, e a livello regionale la media sfiora il 65%. “Un dato allarmante – aggiunge Camani – perché la Regione non ha mai predisposto un piano per sostituirli. Mancano bandi, incentivi e percorsi di formazione strutturati. È un problema che denunciamo da anni e che oggi esplode in tutta la sua gravità. L’emergenza che ha colpito in questi giorni Este, con 1.500 pazienti rimasti senza medico dopo la cessazione del servizio della dottoressa Giulia Piva, è solo l’ultimo campanello d’allarme. Il risultato è che intere aree restano senza presidio sanitario di base, mentre i pronto soccorso vengono sommersi da richieste che non dovrebbero arrivare fin lì. È la fotografia di un sistema che non regge più, e che colpisce soprattutto i più fragili”.

Camani sottolinea le responsabilità della Giunta regionale: “Nel 2025 la Regione ha tagliato i fondi ai Gruppi di Medicina Integrata, che rappresentavano una delle poche esperienze virtuose capaci di garantire continuità assistenziale e collaborazione tra medici del territorio. Quei gruppi, nati proprio per sopperire alla carenza di professionisti, sono stati smantellati senza una vera alternativa. È l’ennesimo errore di un modello che continua a inseguire le emergenze invece di prevenirle. La giunta Zaia – continua – ha millantato per anni della straordinaria efficienza del sistema sanitario veneto. Ma oggi quella narrazione non regge più. Le persone non trovano un medico, le liste d’attesa si allungano, gli ospedali sono sotto organico e la medicina territoriale è stata abbandonata. È il risultato di una politica che ha preferito i tagli alla programmazione”.

La capogruppo PD rilancia infine una proposta concreta: “Serve subito un piano straordinario per la medicina territoriale, che preveda incentivi per i giovani medici, nuove assunzioni, un piano di formazione stabile, la riattivazione dei Gruppi di Medicina Integrata e il potenziamento delle Case di Comunità, che oggi restano solo sulla carta, anch’essi dimenticati nel silenzio e nell’inerzia di questa amministrazione”.

“Il diritto alla salute non è un privilegio – conclude Camani – ma un diritto universale”.