Elezioni regionali, Martella (PD): "Si fissi la data". Zaia: "Non siamo ai supplementari"

"La legge è molto chiara. La convocazione va fatta 50 giorni prima dell'indizione dei comizi elettorali. Per cui adesso cercheremo di capire tra ottobre e novembre cosa si potrà fare. Adesso immagino, insomma, che una soluzione la si trovi. Ma non siamo ai supplementari, non siamo in ritardo".
Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, parlando delle elezioni regionali. "Siccome l'ultima data possibile è il 23 e il 24 di novembre, ne abbiamo a sufficienza per decidere delle date", aggiunge Zaia.
L'AFFONDO DI MARTELLA “Ennesima puntata della telenovela surreale del centrodestra veneto. Il presidente uscente oggi ci informa che ‘non siamo ai supplementari, non siamo in ritardo’, e che ‘cercheremo di capire tra ottobre e novembre cosa si potrà fare’. Ma davvero può un governatore parlare così? Perché non c’è ancora una data per le elezioni? A poche settimane dal termine di legge per convocare le elezioni, a due mesi e mezzo dalla data limite per il voto, Zaia e la destra continuano a tenere in ostaggio la democrazia, come se la Regione fosse roba loro, da spartirsi con calma per decidere chi eredita il potere”.
Così il senatore Andrea Martella, segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, dopo le nuove dichiarazioni del presidente della Regione in merito alla data delle elezioni regionali.
“C’è tempo, dice Zaia. Ma cosa vuol dire? - incalza Martella - Le regole esistono, i cittadini hanno diritto di sapere quando si vota, i candidati hanno diritto a una campagna elettorale trasparente. Invece ci troviamo di fronte a un balletto indecoroso, figlio di liti infinite nel centrodestra e di un atteggiamento padronale. Non è solo un insulto alla democrazia. È un insulto alla pazienza e all’intelligenza dei veneti. Zaia dovrebbe ricordare che il suo mandato finisce, e che le istituzioni non sono il palco di una soap opera personale. Ci dica quando si vota. E ci risparmi, dopo il balletto sul terzo, quarto, quinto mandato, l’ennesimo episodio di una fiction che ormai annoia persino i suoi sostenitori”.