Economia di Redazione , 03/09/2025 6:46

Turismo termale: giro d'affari da 20mila euro pro capite ad Abano

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Ben 19.800 euro all’anno per Abano Terme e 13.800 euro per Montegrotto Terme: questa la stima del valore aggiunto turistico pro capite, ovvero la “ricchezza” derivante dal turismo rapportata al numero di residenti, calcolata nell'elaborazione di Federalberghi Terme Abano Montegrotto sui dati dell’ultima indagine Sociometrica - curata da un team di ricerca coordinato da Gianfranco Catadi - relativa al 2024.

Cifre significative se si considera ad esempio che il valore - pro capite - di Montegrotto è sovrapponibile a quello di Venezia, mentre a Roma si ferma a 4.857 euro e a Firenze a 8.184 euro: le tre città “regine” del turismo in Italia hanno ovviamente un indotto non paragonabile a quello delle due località termali ma anche un numero di residenti ben diverso. Il dato relativo al Comune di Padova si aggira invece intorno 2.300 euro pro capite.
I dati della ricerca - che con 403 milioni di euro di ricchezza turistica colloca Abano al 35esimo posto in Italia su 4700 comuni turistici e al 12esimo in Veneto - certificano quindi l’impatto positivo dell’indotto del turismo nel bacino euganeo, un settore che rappresenta il vero motore dell’economia del territorio.

“A differenza di altre città che vivono anche di turismo, Abano e Montegrotto vivono di turismo. Un settore che, con il suo indotto, nel nostro territorio determina le dinamiche dell’impresa, l’andamento occupazionale, l’assetto urbanistico, il tessuto sociale, la vita culturale” spiega Walter Poli, Presidente Federalberghi Terme Abano Montegrotto.

“Come si legge giustamente nella prefazione della ricerca Sociometrica - continua Poli  - il turismo italiano vive un paradosso straordinario: è simultaneamente il motore economico di centinaia di comunità e l'asset più sottovalutato del sistema produttivo nazionale. Una considerazione che risulta particolarmente vera anche per il nostro territorio termale, dove spesso l’indotto del turismo, che vede impiegate oltre 5mila persone, non è adeguatamente riconosciuto e valorizzato. La ricchezza generata dai nostri ospiti, in un’area dove fortunatamente non viviamo problematiche connesse al fenomeno dell’overtourism e dove il turismo si armonizza con il tessuto locale, si riversa su tutto il territorio: un patrimonio che va preservato, tutelato e rafforzato in ogni modo. In questo momento, torniamo a ribadirlo, di fronte al calo della durata media del soggiorno con cui facciamo i conti, le amministrazioni devono mettere in campo un piano strategico, concertando con le associazioni di categoria la destinazione dei proventi derivanti dall’imposta di soggiorno”.