Dazi, Carron (Confindustria Veneto Est): Un compromesso obbligato, ma serve una reazione

L’accordo tra Unione Europea e Stati Uniti sui nuovi dazi del 15% non convince del tutto l’industria italiana. A esprimere preoccupazione è Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est, che definisce l’intesa «un compromesso obbligato che evita l’escalation commerciale, ma genera profonda incertezza per l’economia europea e mette a rischio la tenuta del manifatturiero».
Carron avverte: «Il dazio medio triplica rispetto al precedente 4,8% e arriva senza reciprocità. Sommato alla svalutazione del dollaro, potrebbe tradursi in una perdita di 22,6 miliardi di euro di export italiano verso gli Usa. È in pericolo la stabilità economica e sociale del settore manifatturiero europeo».
La presidente invoca contromisure urgenti: «Occorrono compensazioni per i settori più colpiti, come agroalimentare e farmaceutico, e un Piano industriale straordinario europeo per rilanciare la competitività, anche sforando il Patto di Stabilità, come già avviene per la Difesa».
Tra le priorità indicate: sburocratizzazione, rimozione dei «dazi interni» che penalizzano l’industria europea, e accordi di libero scambio con nuove aree come Mercosur, India, Indonesia, Australia e Africa.
«Il tempo è finito – conclude Carron –. Serve un’Europa più assertiva che difenda i propri interessi economici contro la pressione crescente di Stati Uniti e Cina».