Assemblea Coldiretti: "L'inflazione sale ma per gli agricoltori il guadagno si riduce"

Padova si conferma fra le prime città italiane nelle quali l’inflazione corre di più, il 2,5% su base annua secondo l’ultimo rilevamento Istat di maggio.
Un dato che fa di Padova la sesta città più cara d’Italia, con conseguenze dirette sulle tasche dei cittadini. Ma se da una parte i prezzi salgono, soprattutto per i beni alimentari, dall’altra gli agricoltori fanno i conti con le distorsioni del mercato e della filiera. Su 100 euro di spesa alimentare ai contadini resta ben poco, al massimo 15 euro, con una media anche più bassa, a causa dei continui aumenti dei costi. Dal campo alla tavola dunque i prezzi moltiplicano di oltre 6 volte: uno squilibrio chiaro ed evidente che penalizza chi si trova alle due estremità della filiera, da un lato le imprese agricole e dall’altro i consumatori e le famiglie.
Il giusto reddito per le imprese è stato uno dei temi affrontati dall’assemblea provinciale di Coldiretti Padova, la prima organizzazione agricola della nostra provincia con oltre 6.500 mila soci su diecimila imprese del settore primario. Con fatturato di 1,4 miliardi l’agricoltura padovana presenta una varietà di produzioni e coltivazioni che vanno dai cereali alla viticoltura, da una ampia gramma di prodotti ortofrutticoli al florovivaismo, dagli allevamenti bovini a quelli avicoli, insieme ad una vivace attività degli agriturismi e delle fattorie didattiche.
“La sostenibilità economica è il primo pilastro di qualsiasi impresa, serve una distribuzione più equa lungo la filiera e serve soprattutto riconoscere agli agricoltori una giusta ed adeguata remunerazione che deve mai essere inferiore ai costi di produzione”, ha ricordato il presidente di Coldiretti Padova Roberto Lorin. “A questo si aggiunge il fattore della concorrenza sleale: l’invasione di prodotti che arrivano dall’estero, soprattutto dai paesi extra UE, dove non sono rispettate le stesse regole sanitarie, ambientali e di diritti dei lavoratori che invece le nostre imprese devono sostenere, minacciano la nostra agricoltura. Ecco perché stiamo chiedendo che sia applicato il principio di reciprocità: se vuoi vendere i tuoi prodotti in Italia ed in Europa devi stare alle nostre regole. Crediamo che si debba ripartire da un rapporto più equilibrato tra tutti gli attori della filiera a partire dalla nostra Europa, per evitare la concorrenza interna. Proprio all’Unione Europea chiediamo meno burocrazia e una gestione delle risorse più attenta a chi vive di agricoltura. Coldiretti è scesa in piazza più volte in questi mesi perché voglia portare in Europa in un’idea diversa di agricoltura, più vicina ai nostri imprenditori e anche ai consumatori. Da qui la grande mobilitazione per la raccolta di firme a favore della legge di iniziativa popolare sull’etichettatura obbligatoria di tutti i prodotti agroalimentari in commercio in Europa, estendendo quindi la normativa che l’Italia ha adottato facendo da apripista negli anni passati. L’obiettivo è quello di raggiungere a breve il milione di firme perciò invitiamo tutti i cittadini a firmare nei nostri mercati, nei nostri stand e nelle nostre sedi".
"La redditività delle nostre imprese – ha continuato Lorin - è messa a dura prova anche a causa delle condizioni climatiche avverse che stiamo vivendo ormai tutti gli anni, tra fenomeni estremi e le difficoltà legate al riconoscimento degli indennizzi assicurativi. Abbiamo bisogno di risposte concrete dalle istituzioni, dalla politica per di migliorare la gestione delle nostre aziende. Abbiamo affrontato anche il tema del ricambio generazionale e della riconversione delle aziende agricole per garantire l’inserimento dei nostri giovani che credono nell’agricoltura e vogliono costruire il proprio futuro in questo settore. Altro nodo cruciale è l’occupazione l’impiego della manodopera stagionale. Sono numerosi i fronti in cui ogni giorno Coldiretti, attraverso le sue articolazioni e i suoi funzionari, è impegnata a tutti i livelli, da quello locale a quello nazionale, fino a Bruxelles, per garantire agli agricoltori gli strumenti e le risorse adeguate per poter svolgere il proprio lavoro”.
Ospite dell’assemblea il presidente di Coldiretti Veneto Carlo Salvan che ha ascoltato gli interventi e le richieste degli imprenditori. “L'agricoltura veneta attraverserà una fase di cambiamento nei prossimi anni, che in qualche modo è già iniziato. Motivo per il quale dobbiamo alzare l’asticella della nostra capacità di rappresentanza del mondo agricolo e porci con la nostra reputazione di fronte alle istituzioni. – ha ricordato Salvan - In vista del rinnovo della Regione Veneto dobbiamo confrontarci ed elaborare il nostro documento programmatico da sottoporre a tutte le forze politiche. Le sfide di oggi e di domani guardano al cambiamento climatico, alla gestione dell’acqua e del territorio, anche attraverso i nostri Consorzi di Bonifica, senza dimenticare l’aspetto della gestione fitosanitaria. Sono tutti aspetti che vanno ad incidere sulla redditività delle aziende e sui quali stiamo già ottenendo risposte a seguito delle nostre mobilitazioni della nostra azione sindacale; come organizzazione vogliamo affrontare ancora più incisivamente queste tematiche per mettere a disposizione strumenti e soluzioni operative e consentire così alle nostre imprese di poter continuare ad operare e investire sul nostro territorio”.