Pil, export e mercato del lavoro: l'economia padovana continua a correre
Un quadro dai colori più brillanti del previsto. Lo scorso dicembre Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, aveva raccolto i principali dati congiunturali legati all’economia del territorio, dipingendo uno scenario meno fosco rispetto a quanto non potessero lasciar ipotizzare caro energia, inflazione galoppante e le prospettive destabilizzanti della guerra in corso in Ucraina. La previsione era però quella di un rallentamento netto per il 2023 che, invece, sei mesi dopo, analizzando gli stessi parametri, non c’è stato.
La prospettiva è quella di una crescita del Pil del territorio dello 0,8% per l’anno in corso, e con una proiezione al +1,2% per il 2024, contro una media nazionale dello 0,9%. Un peso importante lo rivestono le esportazioni: nel 2022, la crescita su base annua dell’export è stata sostenuta e diffusa a livello territoriale, tanto che in Veneto ammonta a oltre 11 miliardi di euro, salendo dai 70,8 dell’anno precedente a 82,1 miliardi, con un incremento di quasi il 16%, e con il territorio padovano in linea con quello regionale, perché le esportazioni della provincia sono aumentate da 11,2 miliardi a 13. E se l’indice di produzione industriale segna un quadro stazionario (+0%), sale del 4,1% il fatturato totale delle aziende rispetto all’anno precedente in parte, va sottolineato, anche in seguito all’aumento dei prezzi.
Il 2023 si è aperto mostrando poi segnali di crescita per il mercato del lavoro regionale: il primo trimestre dell’anno ha espresso un saldo positivo per +29.300 posti di lavoro dipendente, un bilancio migliore dell’analogo periodo di tutti i quattro anni precedenti, compresa la situazione pre-crisi del 2019. In questo contesto, Padova nel trimestre registra un significativo aumento di 4.000 unità nei posti di lavoro creati. A tutto questo fa da contraltare la cronica difficoltà delle imprese di trovare lavoratori adeguati alle loro esigenze. Nello specifico, tra maggio e luglio 2023 le aziende padovane hanno in programma di assumere 20.840 nuove figure, di cui 7.930 nell’industria. Ma nel 52,4% dei casi sanno già che sarà difficile trovarle, percentuale che sale al 62,1% se si cercano operai specializzati e conduttori di impianti e macchine, vuoi per mancanza di candidati, vuoi per la loro preparazione non idonea.
Sulle prospettive dell’economia del territorio, nei giorni scorsi Confapi Padova ha intervistato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, toccando molti dei temi che più da vicino riguardano le imprese, dai risultati di crescita alle sfide che ci attendono: lavoro, economia, infrastrutture, Olimpiadi invernali, fino all’autonomia.
In uno dei passaggi, Zaia ricorda: “In Italia, la locomotiva che sta trainando a tutta forza l’intero sistema economico e occupazionale nazionale è il Veneto, che, secondo i dati elaborati da Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, è la prima regione in Italia per stime di crescita nel 2023. La Regione del Veneto si trova, pertanto, in una posizione di assoluta leadership in Italia; è una delle regioni più competitive a livello europeo. Grazie agli imprenditori, agli artigiani, ai protagonisti del tessuto economico del Veneto e alle politiche messe in atto dalla Regione, abbiamo reagito con forza alle difficoltà generate dalla pandemia. Affrontando tempi difficili abbiamo puntato su innovazione, investimenti, tecnologia ed export. E i risultati si vedono: abbiamo chiuso il 2022 con un PIL in crescita di oltre il 4%. La nostra regione è terza in Italia sia per Pil prodotto (quasi 180 miliardi) sia per export (oltre 82 miliardi) e registra il più alto numero di presenze turistiche del Paese (circa 70 milioni all’anno). Ma non ci fermiamo: penso che anche le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 saranno un ulteriore volano di sviluppo”.
“Se il prezzo dell’energia rimarrà su livelli molto inferiori ai massimi e in linea con quelli ora prevalenti sui mercati, l’inflazione potrà scendere nel corso del 2023, togliendo pressione ai costi e al potere d’acquisto, e frenando la discesa dei consumi – rimarca il presidente di Confapi Padova Carlo Valerio, commentando i dati elaborati da Fabbrica Padova su fonte Unioncamere del Veneto, Camera di commercio, Istat, Prometeia, Regione Veneto e Veneto Lavoro -. Molto dipenderà dall’evolversi degli scenari internazionali e dagli investimenti finanziati dal PNRR, tenendo conto che la politica di bilancio dovrà occuparsi di rientrare dagli elevati livelli di indebitamento. Ma proprio la “messa a terra” del PNRR rappresenta uno snodo cruciale per l’immediato futuro: l’auspicio è che le numerose difficoltà di attuazione che stanno emergendo mese dopo mese vadano superate, perché parliamo di almeno 40 miliardi di investimenti pubblici e privati per i prossimi mesi. Quello che emerge sin d’ora, però, è che la flessibilità tipica del nostro sistema industriale, in cui il 95% delle aziende è sotto i 10 dipendenti, ha permesso all’Italia di ripartire immediatamente nel periodo post Covid, raggiungendo uno dei maggiori tassi di crescita in termini di Pil a livello europeo: e proprio le imprese del Nord Est, da questo punto di vista, continuano a essere un esempio positivo e un traino per l’economia nazionale. Ci piace sottolinearlo, perché spesso nella rappresentazione generale prevale un pessimismo che invece cozza con il coraggio e la determinazione dei nostri imprenditori. È chiaro che oggi caro energia, aumento dei prezzi delle materie prime e inflazione annua hanno pesato e pesano come una zavorra sulla nostra economia, così come la cronica difficoltà nel reperire manodopera. Ma abbiamo dimostrato di saper reagire e trovare nuove soluzioni”.