Cronaca di Redazione , 05/11/2025 15:36

Movida in Città, APPE: "Serve equilibrio, non proposte improvvisate"

Movida al Portello
Movida al Portello

APPE interviene sul dibattito relativo alla possibile “delocalizzazione” della movida dal quartiere Portello ai padiglioni della Fiera, sottolineando la necessità di un approccio equilibrato e condiviso. “È giusto cercare un alleggerimento del Portello – afferma la Presidente Federica Luni – ma va ricordato che c’è un rischio concreto, che si corre nel tentativo di trovare una soluzione: quello di mettere in difficoltà proprio le attività che hanno investito lì, creando un nuovo problema invece di risolvere quello esistente. L’esperienza ci insegna che passare da una zona viva, nata per portare il divertimento fuori dal centro storico, a una manifestazione privata gestita in spazi chiusi non è mai la strada giusta”.

APPE esprime perplessità anche sull’ipotesi di creare due poli distinti di aggregazione giovanile: “Se fossimo l’Amministrazione – prosegue la nota – non appoggeremmo questa idea, perché il mercoledì universitario rimarrebbe al Portello e verrebbe solo aggiunta una concorrenza diretta ai locali che aprono di sera. È ciò che è accaduto con l’esperienza del Naviglio, nato con altri obiettivi e poi trasformato nel tempo in qualcosa di molto diverso”.

Per l’Associazione dei pubblici esercizi la parola chiave è equilibrio: “Non serve una “terra di nessuno”, ma nemmeno una città consegnata agli eccessi di una parte soltanto: bene una regolamentazione e il controllo nelle serate “calde”, ma senza togliere il piacere di vedere una città universitaria che è riuscita a trasformare zone buie e difficili in zone vive. La convivenza tra residenti, studenti e operatori è possibile solo se si stabiliscono regole chiare e si attuano controlli efficaci. Le vetrine accese dei nostri locali non devono diventare lo sfondo di situazioni di degrado, ma il segno di una città viva e sicura. Il Comune ha tutti gli strumenti per regolare le aperture e pianificare dove concentrare i locali serali, tenendo conto anche dei flussi abitativi e del futuro arrivo del tram, che cambierà le abitudini di spostamento di molti studenti”.

APPE invita inoltre a partire dai dati reali: “All’Università di Padova sono iscritti oltre 70.000 studenti universitari, ma non tutti vivono stabilmente in città. Durante il giorno i quartieri universitari brulicano di vita, mentre la sera i numeri si riducono molto: occorre tenere presente anche questi aspetti”.
Per questo l’Associazione propone un accordo quadro tra APPE e Università di Padova, con il patrocinio del Comune: nei giorni feriali, sconti per gli studenti che mostrano il tesserino universitario nei locali associati aderenti. L’iniziativa potrebbe dare vita a una rete cittadina di locali “student friendly”.

“Molti esercenti già offrono spontaneamente agevolazioni agli studenti – conclude Luni – ma un progetto coordinato e condiviso avrebbe un impatto ben diverso e aiuterebbe a evitare iniziative private estemporanee, come quella ipotizzata alla Fiera. La movida non è una minaccia, ma un’opportunità, se gestita con equilibrio e con il coinvolgimento di tutti: istituzioni, esercenti, università e cittadini. Solo così Padova potrà restare una città viva, accogliente e sicura, non un grande dormitorio”.