Cronaca di Redazione , 24/09/2025 17:28

SVOLTA | Mattarella concede la grazia a Massimo Zen

Massimo Zen, sparatoria a Barcon di Vedelago
Massimo Zen, sparatoria a Barcon di Vedelago

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concesso la grazia a Massimo Zen, ex guardia giurata di Cittadella condannata a 9 anni e 6 mesi per l’omicidio di un giostraio durante una fuga dopo un colpo ai bancomat nel 2017. Zen, detenuto da oltre due anni a Verona, vede ridotta la pena di 3 anni e 3 mesi, con possibilità di affidamento ai servizi sociali. La decisione del Quirinale si è basata sul parere favorevole del Magistrato di sorveglianza, sul risarcimento ai familiari della vittima e sulle condizioni di salute del condannato. La vicenda aveva acceso il dibattito sulla legittima difesa; ora per Zen, sostenuto da petizioni e appelli, si apre la prospettiva di ricostruire la propria vita accanto alla moglie, che ha accolto la notizia con commozione.

 

È un caso che ha fatto discutere quello di Massimo Zen, l'ex guardia giurata che, all'alba del 22 aprile 2017 a Barcon di Vedelago (Treviso), uccise il giostraio Manuel Major che con due complici stava fuggendo in auto, inseguito dai carabinieri, dopo aver messo a segno una serie di colpi nei bancomat della zona. Condannato a nove anni e sei mesi, oggi il presidente della Repubblica gli ha concesso la grazia parziale.
    Il Capo dello Stato, nel firmare il decreto che ha estinto tre anni e tre mesi della pena detentiva ancora da espiare, ha tenuto conto del parere favorevole del Magistrato di sorveglianza, dell'intervenuto risarcimento del danno ai congiunti della vittima, nella somma concordata, e delle condizioni di salute del condannato, a cui resta ora da espiare una pena non superiore a quattro anni di reclusione, limite che consente al Tribunale di sorveglianza l'eventuale applicazione dell'istituto dell'affidamento in prova al servizio sociale.
    "Sono stato condannato per il semplice fatto di aver cercato di difendermi", ha sempre sostenuto Zen, oggi 54enne, per il quale più volte è stata chiesta la grazia. L'ultima lo scorso giugno da parte del consigliere veneto dell'intergruppo Lega-Liga Veneta Giulio Centenaro. "Sta scontando una pena per un gesto compiuto nell'adempimento del proprio dovere, mentre cercava di tutelare una banca", aveva detto pochi giorni dopo avergli fatto visita nel carcere veronese di Montorio, dove è detenuto. "Una visita che mi ha lasciato grande emozione - ricordava Centenaro - sia per il fatto di averlo conosciuto e avergli portato la mia solidarietà in quanto consigliere regionale, sia per l'aver sollecitato l'amministrazione carceraria a fornirgli le adeguate cure dentarie di cui l'ex guardia giurata ha bisogno, problema sollevato da tempo dalla moglie e dal suo avvocato difensore".