Cronaca di Redazione , 10/09/2025 14:50

Rete Studenti Medi in agitazione al primo giorno di scuola: "E' questa la scuola che volete?"

Protesta Rete degli studenti Medi
Protesta Rete degli studenti Medi

"Bentornatə, è questa la scuola che vuoi?" e "Il vento non si ferma, studentə per il cambiamento". 
Sono gli slogan con la "schwa", l'elemento consonantico trascritto con ə simbolo del politicamente corretto, usato dagli studenti medi per manifestare con striscioni di tela e megafono anni '70 il loro disagio. "Siamo stanchi di un ambiente scolastico che non ci ascolta, anzi ci zittisce. Il Ministero dell'Istruzione e del Merito, non fa altro che attuare riforme di natura repressiva focalizzandosi sulla propaganda volta a una fetta di elettorato invece che al vero protagonismo degli studenti negli ambienti che vivono quotidianamente. Ne sono esempi la recente riforma sull'esame di maturità o quella sull'utilizzo dei dispositivi cellulari - dichiara Leonardo Dal Brollo, coordinatore della Rete degli Studenti Medi di Padova -. Di fronte a questa scuola che ci costringe ad essere spettatori passivi della nostra stessa formazione, noi della Rete degli Studenti Medi siamo davanti agli istituti della nostra città per manifestare la nostra necessità di un cambiamento immediato, perché noi studenti siamo, e saremo sempre, il vento del cambiamento".

Una mezza dozzina le scuole superiori coinvolte dalla protesta iniziata dieci minuti prima del suono della campanella nei licei scientifici Curiel e Nievo oltre che al liceo classico Tito Livio. "Come studenti siamo molto in disaccordo con la situazione attuale delle scuole nel nostro Paese: edilizia sempre più trascurata, programmi obsoleti e un sistema meritocratico che non fa altro se non metterci in competizione, spesso a discapito del nostro stesso benessere psicologico - dichiara Truffo, rappresentante d'istituto del Liceo Artistico 'Modigliani' - La scuola deve essere a misura di studente: pubblica, accessibile e solidale, non il risultato di un sistema imposto ai giovani da un Ministero che non li ascolta" conclude la rappresentante.