Cronaca di Redazione , 02/09/2025 14:08

Moschea di via Turazza abusiva, Cisint festeggia. Comune di Padova avvia un tavolo di confronto

Moschea di via Turazza
Moschea di via Turazza

La moschea di via Turazza a Padova, aperta nel 2012, è abusiva. Lo ha accertato il Comune di Padova che ha avviato controlli e accertamenti in seguito alla denuncia presentata oltre un mese fa dall'europarlamentare leghista Anna Maria Cisint.

“Dopo oltre dieci anni di silenzi e complicità il Comune di Padova, grazie alle nostre azioni dirette, si è trovato costretto ad avviare un procedimento per ‘opere edilizie abusive'. Per oltre un decennio intere famiglie sono state costrette a vivere sotto assedio con minacce, intimidazioni, canti, invocazioni islamiche e schiamazzi giorno e notte, senza alcun rispetto delle regole, delle leggi e della gente per bene. Bambini cresciuti senza poter dormire, cittadini costretti a subire arroganza e illegalità, ostaggi a casa loro. È stato il nostro lavoro a rompere questo muro di omertà e a sbloccare la situazione: la mia presenza costante a Padova, gli incontri con i residenti, le pressioni sul Sindaco e il confronto con il Prefetto, gli accessi agli atti che hanno messo nero su bianco la verità. Fino alla mia diffida formale dello scorso luglio che dava l’out out al Comune: o si fanno i controlli, o si procede con l’esposto. E oggi, finalmente, i sopralluoghi e i verbali certificano ciò che denunciamo da sempre: quell’edificio è a tutti gli effetti una moschea abusiva. Adesso il Sindaco si assuma le sue responsabilità e applichi la legge: quella moschea va chiusa immediatamente, come abbiamo fatto a Monfalcone. È inaccettabile che per anni si sia tollerato un abuso così palese, trasformando un quartiere in una zona di degrado e paura” ha riferito Cisint in una nota.

I tecnici degli uffici del settore Edilizia Privata del Comune, al termine di un apposito sopralluogo, hanno effettivamente appurato che il luogo di culto, attivo da 13 anni, non possiede i requisiti urbanistici nè i permessi amministrativi necessari per essere considerato tale. E' stato così avviato il procedimento per ‘opere abusive’ perchè, si legge nel verbale "nell'ingresso principale è ben visibile un cartello con dicitura "Moschea" in lingua araba. Proseguendo, si accede in un ex negozio, ora un unico locale con pavimentazione in moquette ed arredi quali: scaffali per scarpe, libreria con opuscoli, armadi, bacheche con vari avvisi tutti in arabo e tuniche. Inoltre a livello edilizio risultavano rimosse tutte le partizioni interne".
Risulta quindi accertata l'assenza della pratica edilizia prevista dalla normativa vigente - la cosiddetta legge anti-moschee istituita dalla Regione nel 2004 -, soprattutto per il cambiamento di destinazione d'uso dell'immobile da commerciale a servizi religiosi
E' stato così avviato il procedimento amministrativo per opere abusive. 

IL COMUNE AL LAVORO PER TROVARE UNA SOLUZIONE L'assessore all’edilizia privata Antonio Bressa spiega: “Il nostro ufficio di vigilanza ha verificato la compatibilità del centro islamico di via Turazza con la normativa regionale, la cosiddetta ‘legge anti-moschee’ che rende di fatto molto complicato poter insediare luoghi di incontro e preghiera nel contesto urbano. Una norma che è una peculiarità della Regione Veneto e che rischia di relegare alla clandestinità chi vuole esercitare il proprio personale diritto di libertà di culto imponendo la necessità per chi vuole incontrarsi con finalità religiose di acquisire un'intera area da convertire urbanisticamente a luogo di culto. Non è questo il nostro approccio, perché se da un lato vogliamo che gli spazi siano sicuri e dotati dei necessari standard dall'altro vogliamo individuare soluzioni che siano realmente percorribili per tutti in linea con i nostri principi costituzionali. Continueremo quindi ad agire sul piano della regolarità edilizia per assicurare il necessario rispetto delle regole che sono previste nella Regione, ma contestualmente abbiamo stabilito contatti con tutte le comunità islamiche per governare un fenomeno che esiste, quello dei luoghi di culto, verso l’obiettivo dell’integrazione e del dialogo in un contesto di legalità e sicurezza. Con gli assessori competenti, ovvero il vicesindaco Micalizzi, Ragona, Benciolini e Colonnello presto ci riuniremo con tutti i loro rappresentanti per individuare possibili soluzioni in grado di garantire la libertà di culto e la gestione, alla luce del sole, dell'insediamento di strutture religiose pur nel complicato contesto voluto dalla Regione. Perché solo una società più integrata e coesa è una società più sicura”.

L’assessore all’urbanistica Andrea Ragona aggiunge: “La cosiddetta legge “anti-moschee” della Regione Veneto è fatta appositamente non per risolvere i problemi, ma per crearne e in questi anni tutti i Comuni si sono scontrati con la sua assurdità, dal momento che mette i bastoni tra le ruote a chi vuole regolarizzare alcune situazioni. È una questione strettamente legata all’urbanistica, dal momento che per poter garantire un diritto sancito dalla Costituzione, cioè il diritto a professare liberamente la propria religione, obbliga a istituire processi molto complessi, ovvero attuare varianti istituendo zone religiose con standard urbanistici particolari e oneri che non tutti possono affrontare. Ricordo peraltro che la legge si riferisce a tutte confessioni religiose, e che sono decine, se non centinaia di migliaia le persone straniere in Veneto, che professano diverse religioni e quindi sono colpite da questo provvedimento che non tiene conto delle decine di realtà che già esistono e non creano alcun problema. Anzi, la legge andrebbe rivista oltre che per garantire un diritto costituzionale, proprio per permettere di avere la mano più dura nei confronti di chi non rispetta le regole.”