Politica di Redazione , 28/08/2025 11:58

Codice Rosso, Venturini (FI): «Più prevenzione e strumenti efficaci per proteggere le donne»

Elisa Venturini
Elisa Venturini

«I dati diffusi dai Carabinieri ci dicono con chiarezza che siamo di fronte a un fenomeno drammatico in crescita, che va affrontato con fermezza ma anche con strumenti di prevenzione e sostegno alle vittime» – dichiara Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale del Veneto, commentando l’aumento del 44% degli arresti per violenza di genere nei primi sei mesi del 2025.

Venturini sottolinea l’urgenza di garantire l’efficacia delle misure cautelari: «Troppo spesso leggiamo di uomini che violano i divieti di avvicinamento o di dispositivi elettronici che non funzionano come dovrebbero. Non possiamo permettere che un braccialetto difettoso o tempi giudiziari troppo lunghi diventino un rischio mortale per le donne».

La capogruppo di Forza Italia evidenzia anche il ruolo fondamentale della rete territoriale: «Alle forze dell’ordine che stanno lavorando con grande tempestività vanno affiancati più risorse per i centri antiviolenza, sostegno psicologico immediato e campagne di sensibilizzazione che coinvolgano i giovani. Serve un patto sociale per spezzare la catena della violenza».

«La Regione Veneto ha approvato la programmazione 2025 dedicata al contrasto della violenza sulle donne e sta aggiornando gli elenchi delle strutture attive – dai centri antiviolenza alle case rifugio, fino ai CUAV. È un lavoro importante, che si aggiunge all’attività dell’Osservatorio regionale, strumento essenziale per la prevenzione e la sensibilizzazione. Tuttavia, è fondamentale che a queste misure corrispondano stanziamenti economici chiari e mirati, soprattutto per campagne rivolte ai giovani».

Infine, Venturini richiama anche l’impegno del partito a livello nazionale: «Già nel 2023 Forza Italia ha presentato una proposta di legge per introdurre l’applicazione Mai Sole, uno strumento digitale pensato per prevenire la violenza di genere e semplificare le richieste di aiuto e di denuncia. È questa la direzione su cui bisogna insistere: rendere facile e immediato l’accesso alla protezione».

E conclude con un appello: «Il Veneto sta facendo la sua parte, ma serve un impegno nazionale per accelerare i procedimenti giudiziari e potenziare i dispositivi di protezione. Ogni ritardo si traduce in un rischio concreto per la vita di donne che hanno avuto il coraggio di denunciare. A loro dobbiamo risposte immediate e sicure».