Confagricoltura Padova: dermatite dei bovini, forte preoccupazione per il comparto zootecnico

Cresce l’allarme tra gli allevatori padovani per l’epidemia di dermatite nodulare contagiosa (LSD), malattia virale che colpisce i bovini e viene trasmessa da insetti come zanzare, mosche e zecche. Il virus, partito dalla Sardegna – dove ha portato all’abbattimento di oltre 300 capi – è arrivato in Nord Italia, con un focolaio confermato a Porto Mantovano (MN). Di conseguenza, il Ministero della Salute ha istituito zone di protezione e sorveglianza che coinvolgono anche le province venete di Padova, Vicenza, Verona e Rovigo.
Le restrizioni sulla movimentazione del bestiame stanno mettendo in seria difficoltà molte aziende zootecniche, soprattutto nella Bassa e nell’Alta Padovana, dove è forte la concentrazione di allevamenti da carne e da latte. Gli allevatori denunciano problemi sia per l’ingresso di nuovi capi in stalla sia per la gestione del latte crudo, che in caso di estensione delle aree a rischio dovrà essere tutto pastorizzato, con pesanti conseguenze logistiche e commerciali. Anche la vendita dei vitelli nati in queste zone rischia di bloccarsi.
Secondo Confagricoltura Padova, il settore lattiero-caseario è particolarmente esposto: le restrizioni stanno rallentando la raccolta del latte e minacciano soprattutto i caseifici che producono formaggi freschi a latte crudo. Il comparto delle carni vive una situazione altrettanto complessa: molte stalle sono ferme, e sebbene siano previste deroghe per la macellazione, non bastano a scongiurare il collasso economico.
L’associazione chiede misure urgenti, tra cui ristori economici e l’accelerazione della campagna vaccinale nelle aree interessate, che sarà decisiva per contenere il contagio, specie con l’arrivo dell’estate e l’aumento degli insetti vettori. In Sardegna, ad oggi, sono nove i focolai confermati e oltre 600 allevamenti controllati. La Regione ha previsto la vaccinazione di tutti i 300.000 capi presenti sull’isola.