ATTIVISTI FERMATI | Bloccati al Cairo cinque veneti diretti alla Global March to Gaza

Partiti ieri pomeriggio, 11 giugno, per partecipare alla Global March for Gaza, cinque attivisti veneti sono stati fermati dalle autorità egiziane all’aeroporto del Cairo. I partecipanti avrebbero dovuto raggiungere Al Arish, cittadina egiziana al confine con la Striscia di Gaza, punto di partenza della marcia per la pace a cui stavano aderendo delegazioni da tutto il mondo.
Tra i fermati si contano tre donne venete – due di circa trent’anni e una di quaranta – e un cittadino italiano di origine palestinese, tutti partiti dall’aeroporto di Bergamo. Giunti nella capitale egiziana, sono stati trattenuti in aeroporto, privati dei telefoni e dei passaporti, e costretti a passare la notte in un’area esterna allo scalo.
«Ci hanno appena ridato i telefoni fuori dall’aeroporto, dopo un po’ di resistenza – racconta in un messaggio vocale una delle tre donne fermate – siamo rimaste chiuse dentro a una stanza. Ci sono stati dei tafferugli, niente di grave. Alcuni ragazzi di Gaza sono stati tirati fuori con la forza. Ora siamo su un bus, i nostri passaporti li ha la Turkish Airlines, ci porteranno probabilmente a Istanbul». Il cittadino veneto di origine palestinese, che non ha subito fermo, ha atteso le tre compagne di viaggio ed è ora in viaggio con loro verso la Turchia. È in rientro anche il quinto attivista veneto, partito autonomamente da Venezia, attualmente in transito verso l’Italia via Vienna.
«Doveva essere una marcia pacifica, senza armi e senza disordini. Le autorità egiziane erano state informate, tutti i partecipanti viaggiavano con regolari visti. La marcia era organizzata da tempo, si sarebbe svolta in modo non violento, nel deserto, senza alcun rischio per nessuno. Adesso la cosa più importante è che tutti tornino sani e salvi in Italia».