Consulta: 'La madre intenzionale può riconoscere il figlio nato con la procreazione assistita'

È incostituzionale il divieto per la madre intenzionale di riconoscere come proprio il figlio nato in Italia da procreazione medicalmente assistita (pma) legittimamente praticata all'estero. Lo ha stabilito la Consulta, con la sentenza depositata oggi, che ha ritenuto fondate le relative questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di Lucca.
Il mancato riconoscimento fin dalla nascita - con procreazione medicalmente assistita - dello stato di figlio di entrambi i genitori lede il diritto all'identità personale del minore e pregiudica l'effettività del suo "diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni", ha stabilito la Consulta.
Inoltre, il mancato riconoscimento del figlio pregiudica "il suo diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale".
La dichiarazione di illegittimità costituzionale, sul divieto del riconoscimento del figlio con Pma per la madre intenzionale, si fonda su due rilievi: la responsabilità che deriva dall'impegno comune che una coppia si assume nel momento in cui decide di ricorrere alla Pma per generare un figlio, impegno dal quale, una volta assunto, nessuno dei due genitori, e in particolare la cosiddetta madre intenzionale, può sottrarsi. Il secondo rilievo è che la centralità dell'interesse del minore, affinché l'insieme dei diritti che egli vanta nei confronti dei genitori valga, oltre che nei confronti della madre biologica, nei confronti della madre intenzionale.
IL COMMENTO DEL SINDACO GIORDANI “Sono commosso. Avevo deciso come Sindaco e nonno di combattere questa battaglia di civiltà fino infondo a fianco delle mamme, delle piccole e dei piccoli. Oggi vincono i diritti fondamentali di tutte e tutti, gli interessi inalienabili delle bambine e dei bambini - ha riferito in una nota il sindaco di Padova, Sergio Giordani -. Un passo avanti per l’Italia che abbiamo costruito con tenacia anche da Padova con tante associazioni e cittadini che non hanno mai mollato. Ho sempre detto che sulla Costituzione ho giurato e che la Costituzione avrei applicato e questa pronuncia mi ripaga di tanto fango ricevuto da chi mi accusava di essere fuori legge. Una posizione la loro inumana e da oggi pure incostituzionale. Guardare negli occhi quei neonati e quelle mamme resta tutt’oggi una delle emozioni più grandi che ho provato e continuo a provare come primo cittadino”.
In allegato le motivazioni della sentenza.