Cronaca di Redazione , 22/05/2025 10:53

Ascom: "A Padova tra maggio e luglio saranno 23.250 i posti di lavoro messi a disposizione"

Un cameriere
Un cameriere

Aumenta ancora, rispetto ai due trimestri precedenti, il numero dei posti di lavoro di cui necessitano le imprese padovane tra maggio e luglio 2025. Fermo restando che a maggio il fabbisogno si attesta a 7.760 unità (erano 7.260 a febbraio) adesso il fabbisogno complessivo del trimestre è pari a 23.250, per cui in aumento sia rispetto al trimestre precedente (erano 21.890 i posti di cui necessitavano le imprese) sia a quello dicembre - febbraio quando la richiesta si attestava a 22.900.

Dati resi disponibili da Unioncamere - Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sistema Informativo Excelsior che, in tutto il Paese, sonda periodicamente oltre centomila imprese con dipendenti sia del settore industriale che dei servizi e ne scatta l’istantanea.
Manco a dirlo, Padova si conferma una provincia dove il terziario la fa da padrone. Schiacciante, in provincia, la percentuale del comparto sul totale dei 23.250 ingressi previsti nel trimestre: qui si raggiunge la quota ampiamente maggioritaria del 65,1% che lascia un 34,9% all’industria e alle costruzioni. Un po’ meno, ma pur sempre ragguardevole, il contributo del terziario nel mese di maggio: 64% a fronte del 36% di manifattura ed edilizia. "Bisogna onestamente dire che il “terziario” comprende pure la pubblica amministrazione, però è anche vero che il "terziario di mercato", ovvero commercio, turismo e servizi - commenta il presidente dell'Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin - ne è una parte decisamente significativa. Per dirla tutta, è notorio che commercio e turismo, da soli, danno lavoro a un padovano su tre e, soprattutto, sono i settori che più di altri assorbono manodopera".

Più in generale sui 7.720 ingressi di maggio, 1.060 sono addetti alla ristorazione, 620 addetti allo spostamento delle merci, 530 addetti alle vendite, 470 servizi di pulizia, 370 conduttori di veicoli.
Per dimensione aziendale, sempre nel mese di maggio, è la fascia 10-49 addetti quella che ha la maggiore richiesta: queste aziende raccolgono il 33,4% del totale seguite dalle “micro” (1-9 addetti) che si attestano al 25,4% mentre quelle di maggiori dimensioni (50-249 e 250 e oltre) hanno, rispettivamente, 1l 19,8% e il 21,4%.
Infine uno sguardo al grado di difficoltà di reperimento delle figure professionali necessarie che oscillano, nel giudizio degli intervistati, tra il 47% dell’Italia ed il 49% del Veneto.
"Purtroppo - aggiunge il presidente di Confcommercio Ascom Padova - questi sono i dati che preoccupano e che, per certi versi, vanificano tutti gli altri: se non ci sono le figure professionali richieste è difficile poter assumere. Non solo: la difficoltà di reperire personale sta condizionando il futuro delle imprese che non sono in grado di programmare. Sono problemi che interessano sia le imprese più grandi che quelle più piccole, solo che queste ultime rischiano seriamente di dover chiudere!

“Il vero nodo che ci attende nei prossimi anni – conclude Bertin – non sarà solo trovare lavoratori, ma anche chi le imprese le vorrà aprire e portare avanti. Stiamo assistendo a una progressiva disaffezione verso l’iniziativa imprenditoriale, specie tra i giovani, scoraggiati dalla burocrazia, dall’incertezza e da una narrazione che spesso dimentica il valore sociale dell’impresa. Se a questo si somma l’invecchiamento demografico e la fuga di competenze, il rischio concreto è di trovarci con un tessuto produttivo senza ricambio, né nella base lavorativa né nella leadership. Serve un cambio di passo culturale, formativo e istituzionale: o rimettiamo al centro il lavoro, l’impresa e chi li crea, oppure il sistema rischia di implodere per carenza di energie”.