Cronaca di Redazione , 24/05/2025 6:59

50 mila sudari per Gaza: manifestazione per la pace di fronte a Palazzo Moroni

Gaza
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Il Comune di Padova partecipa domani alla campagna “24 maggio – 50.000 sudari per Gaza”, un’iniziativa promossa da diverse realtà civili e associative per richiamare l’attenzione sulla grave situazione umanitaria in corso ormai da più di un anno e mezzo nella Striscia di Gaza, che continua a generare profonde sofferenze tra la popolazione civile.

La campagna prevede l’esposizione simbolica di 50.000 sudari su tutto il territorio nazionale, quale segno di memoria e rispetto per le vittime del conflitto in corso e come richiamo alla pace, al dialogo e al pieno rispetto dei diritti umani fondamentali.

“Un sudario per Gaza” sono teli bianchi con cui riempire piazze, strade, finestre. Almeno 50.000, come i civili che hanno perso la vita in Palestina”. È questo l’appello dello storico dell’arte Tomaso Montanari e della giornalista Paola Caridi per il 24 maggio.

In segno di partecipazione, il Comune di Padova esporrà anch’esso un sudario sulla balconata che affaccia su Piazza delle Erbe, contribuendo così alla visibilità e alla diffusione del messaggio di solidarietà promosso dall’iniziativa.

Con questa partecipazione, l’Amministrazione comunale intende ribadire il proprio storico e costante impegno a favore dei valori di solidarietà internazionale, pace, giustizia e tutela dei diritti fondamentali, sensibilizzando l’opinione pubblica locale sulle difficoltà delle popolazioni colpite dal conflitto e sull’urgenza di promuovere, attraverso significative azioni di solidarietà, un contributo concreto al superamento della crisi in atto.

 

L’assessora alla pace e alla cooperazione internazionale Francesca Benciolini sottolinea: “Abbiamo aderito a questa iniziativa nazionale

insieme a tanti comuni del Veneto perchè non si abbassi la guardia su quanto sta avvenendo a Gaza e perchè non si normalizzi la situazione: non possiamo accettare che una situazione così continui e continuiamo a chiedere tenacemente la fine dei bombardamenti, la possibilità che gli aiuti umanitari entrino a Gaza per tutte le persone, il diritto internazionale e la diplomazia quali strumenti della soluzione dei conflitti, la restituzione degli ostaggi. Da tutta questa violenza non può che generarsi altra violenza e sono sempre le persone più fragili a pagare il conto più alto”.