Cronaca di Redazione , 22/05/2025 11:10

VIDEO | "Aggravanti per crudeltà e atti persecutori", ricorso in appello per sentenza Turetta

TPD-S TURETTA APPELLO PROCURA 2205202

Settantacinque colpi, uno dopo l’altro. È questo il gesto diventato simbolo dello sdegno che ha invaso i social dopo la sentenza di primo grado per l’omicidio di Giulia Cecchettin: video virali in cui uomini e donne contano a voce alta fino a 75, per ricordare le coltellate inferte da Filippo Turetta. Una protesta silenziosa e potente contro la decisione della Corte d’Assise di Venezia, che non ha riconosciuto l’aggravante della crudeltà nei confronti del giovane di Torreglia. 

Secondo i giudici, quei colpi – inferti in 20 minuti – non rappresenterebbero un accanimento brutale, ma il frutto dell’inesperienza e della confusione del giovane reo confesso assassino.

Un’interpretazione che ha indignato l’opinione pubblica, così come la mancata contestazione dello stalking, nonostante le centinaia di messaggi al giorno – oltre 225mila interazioni in totale – che Turetta inviava a Giulia.

Ora la Procura di Venezia ha deciso di impugnare la sentenza, chiedendo alla Corte d’Appello di riconoscere le due aggravanti escluse: crudeltà e atti persecutori.
Anche i legali della famiglia Cecchettin avevano sollecitato l’appello, accolto con sollievo dall’avvocato Stefano Tigani, che rappresenta il padre di Giulia.

Dure anche le parole della sorella Elena: “Una sentenza del genere, in un momento come questo, è pericolosa. Segna un precedente terribile”.

La scadenza per la presentazione dell’appello è fissata al 27 maggio. Il difensore di Turetta potrebbe anch’egli ricorrere. Un caso, quello di Giulia Cecchettin, che continua a scuotere l’Italia intera.