Cronaca di Redazione , 15/05/2025 14:31

Restituito alla biblioteca statale di Teolo un antico libro del XVI secolo

Restituzione libro antico alla biblioteca di Teolo
Restituzione libro antico alla biblioteca di Teolo

I Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Udine hanno restituito alla Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Praglia un prezioso volume a stampa datato 1597, intitolato Lavretanae Historiae libri qvinqve…”, opera dell’autore Orazio Torsellini, già appartenente a quel prestigioso corpus librario, attualmente ammontante a più di 120.000 volumi e originatosi nel XII sec., e proveniente da precedente attività illecita.

La cinquecentina, ancora in ottimale stato di conservazione, è stata consegnata dai Carabinieri TPC nelle mani del Direttore della Biblioteca Statale pragliense, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Belluno.
L’attività, avviata dal luglio 2021 a riscontro del minuzioso monitoraggio del web operato dai militari TPC di Udine e finalizzata alla ricerca di beni culturali bibliografici illecitamente detenuti da privati e immessi sul mercato, ha infatti permesso di individuare il tomo presso una nota piattaforma di e-commerce ove era stato pubblicizzato per la vendita con una quotazione sottostimata di poche centinaia di euro rispetto al reale valore storico culturale.
L’attenzione dei militari è stata immediatamente attirata da un ex libris manoscritto sul frontespizio (“Ex Bibliotheca S.ta Maria de Pratalea…C.o Pratalea…Rem Congregationis Casiniensis ad usum…”) che, tradotto in “Dalla Biblioteca di Santa Maria di Praglia, bene in uso alla Congregazione Cassinese”, ha fornito un concreto indizio relativo alla sua originaria collocazione.

Le indagini sono state successivamente avvalorate dal riconoscimento operato proprio dal Direttore della Biblioteca Statale pragliense - che ne ha rivendicato la proprietà - facendo emergere che l’illecita fuoriuscita del tomo era da ricondursi alle tumultuose vicende che hanno interessato la Biblioteca e l’Abbazia nel XIX sec., periodo nel quale si sono susseguite ben due soppressioni collegate al periodo napoleonico (1810) e all’eversione del patrimonio chiesastico nel nuovo Regno d’Italia (1866).
Al fine di evitarne l’alienazione e l’ulteriore dispersione, il tomo veniva sottoposto a sequestro in esecuzione del decreto emesso dalla Procura di Belluno, competente in relazione alla residenza del cittadino che l’aveva pubblicizzata per la vendita, un appassionato di libri dimorante in provincia di Belluno. 

Ulteriori sviluppi investigativi hanno permesso di evincere che il bene era stato precedentemente acquistato dall’inserzionista, tramite una diversa piattaforma di e-commerce, contattando un altro privato cittadino, domiciliato a Verona, già noto ai Carabinieri TPC e più volte condannato per reati specifici e afferenti al furto di volumi antichi e allo smembramento di altre prestigiose Biblioteche Statali. Tale elemento, in considerazione del chiaro ex libris, ha avvalorato la provenienza illecita del tomo.

Il patrimonio della già Biblioteca dell’Abbazia di Santa Maria di Praglia, ricostituitosi nel 1904, è attualmente custodito all’interno dell’omonima Biblioteca Statale del Monumento Nazionale, Ente decretato quale “Biblioteca pubblica statale annessa a monumento nazionale" e gestito dalla Direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore del “Ministero della Cultura”, in convenzione con l’ente religioso attualmente proprietario dell’immobile. 
Anche il complesso abbaziale di Praglia risulta elevato a Monumento Nazionale e “vincolato” come “bene culturale di particolare interesse dichiarato” ex art. 12 D.Lgs 42/2004.

Il procedimento penale si è successivamente concluso con un’archiviazione delle responsabilità ipotizzate a carico dell’inserzionista, in considerazione della sua riconosciuta buona fede. In virtù della natura del bene e della rivendica formulata dal Direttore della Biblioteca, la Procura di Belluno ha disposto la riconsegna dello stesso al legittimo avente diritto per il reintegro nelle proprie collezioni librarie.
Grazie al risultato dell’operazione condotta dai militari TPC di Udine, questa antica testimonianza libraria, risalente al ‘500, torna a far parte della biblioteca “madre”, una delle più importanti d’Italia, adornate dalle tele coeve del maestro Giovanni Battista Zelotti, tanto da essere annessa al Monumento Nazionale, contribuendo ad arricchire quel patrimonio culturale, già significativa testimonianza del fondamentale ruolo culturale dell'ordine monastico benedettino nell'entroterra della Serenissima.

Ciò testimonia, in un quadro ancora più ampio, come l’impegno dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale rimanga costante ed efficace anche in relazione ai beni trafugati secoli addietro, i quali, conservando ancora utili elementi relativi alla provenienza (come gli ex libris), consentono ai militari specializzati di apprenderne immediatamente il pregio e di adoperarsi affinché tornino a costituire nuovamente il patrimonio della collettività.