Cecchettin: vorrei parlare con chi scrive 'Turetta modello'

Gino Cecchettin vorrebbe parlare con il giovane arrestato a Busto Arsizio, in provincia di Varese, che aveva scritto 'capisco Turetta', e un 19enne fermato a Venezia e che sui social diceva 'Turetta è un modello da seguire', inneggiando quindi all'assassino di sua figlia Giulia. "Vorrei veramente un confronto. Secondo me è proprio a loro che dovremmo parlare perché chi esalta la violenza forse ha più bisogno da altri di capire che c'è un modo nuovo di parlare", ha detto a Milano. "Dovremmo cercare il confronto non l'attacco" ha detto aggiungendo che vorrebbe che questi giovani "passassero una settimana della vita di Turetta oggi".
"Mi fanno molta pena. Che modello può essere una persona che deve passare la vita in carcere?" ha chiesto Gino Cecchettin, davanti a una platea di studenti dell'istituto Modugno di Conversano, in provincia di Bari, del liceo Carlo Porta di Monza e del liceo artistico Boccioni di Milano. "Vorrei far provare a quel ragazzo che ha scritto questo una settimana della vita di Turetta oggi, una settimana della frustrazione che Filippo probabilmente ha vissuto quando non è riuscito a gestire quell'emozione. Forse dopo cambierebbe idea" ha aggiunto. "Anche da un punto di vista razionale non c'è niente da imitare. Io se fossi un giovane di adesso - ha spiegato - non vorrei minimamente essere paragonato o puntare al Turetta che ha fatto quelle azioni come mito o esempio. Ma questo lo risolviamo solo con la cultura. Veramente c'è tanto da fare se arriviamo a questo".
Corsi da subito, già dalla scuola materna per insegnare alle bambine e ai bambini ad evitare gli stereotipi e i pregiudizi di genere e dire fine alla violenza contro le donne. La fondazione Giulia Cecchettin ha iniziato il suo lavoro e con il suo comitato scientifico sta preparando corsi per insegnanti e per ragazzi delle scuole. Lo ha spiegato Gino Cecchettin, il padre di Giulia, rapita e uccisa dall'ex fidanzato l'11 novembre 2023, in un incontro che ha avuto con gli studenti al festival dei diritti umani in corso a Milano, uno dei tanti appuntamenti a cui partecipa per fare in modo che femminicidi come quello di cui è stata vittima sua figlia non avvengano più.
"I femminicidi - ha ricordato - sono la punta dell'iceberg perché contiamo più di cento vittime ogni anno ma migliaia e migliaia sono le violenze quotidiane vissute da donne".
"Dalle leggi il patriarcato è stato abolito, ma lo sono stati anche i furti e gli omicidi. Eppure non è che fatta la legge sistemato il problema sociale quindi dobbiamo anche decostruire i comportamenti che portano tutti i giorni ad essere sessisti, maschilisti, dalle classiche battutine da spogliatoio, e lo dobbiamo fare tutti i giorni nella vita".
Con i corsi della fondazione "vorremmo cominciare in età prescolare e con le prime classi elementari. Abbiamo già progetti che stiamo mettendo su carta e vorremmo partire il prossimo anno scolastico per fare formazione a docenti e studenti". "L'idea - ha aggiunto - è di finanziare anche altri progetti. Lo stiamo facendo nel Veneto ma l'intenzione è di arrivare in tutte le scuole d'Italia" ha concluso aggiungendo che c'è già anche un progetto che coinvolge direttamente il comitato scientifico "in tre o quattro Regioni per la formazione di insegnanti per la scuola primaria". (