Cronaca di Redazione , 29/04/2025 14:52

Funerale 'sceriffo' Gentilini, corteo in città a serrande chiuse

Gentilini funerale
Gentilini funerale

Serrande quasi tutte abbassate al passaggio del corteo, bandiere sui palazzi pubblici a mezz'asta - com'era stato recentemente per la morte di Papa Francesco - e dirette televisive per molte ore del pomeriggio. Treviso ha voluto marcare in questo modo il saluto al suo sindaco più radicato nell'immaginario popolare negli ultimi decenni, Giancarlo Gentilini, scomparso il 24 aprile all'età di 95 anni.
    Primo cittadino dal 1994 al 2003 e vice di Gian Paolo Gobbo per i successivi due mandati, lo "sceriffo", come si era presto autodefinito, ha ricevuto ieri un primo omaggio nella cappella dell'obitorio dell'ospedale Ca' Foncello, dove era stato ricoverato nei giorni scorsi. Qui, sulla bara sono state depositate una sciarpa con i colori del Treviso Calcio e, in obliquo, la fascia tricolore di primo cittadino deposta dall'attuale sindaco, Mario Conte. Questa mattina, invece, nella camera ardente nell'atrio del palazzo municipale di Ca' Sugana, sono state sfilati molti rappresentanti delle istituzioni e della politica, dai ministri Carlo Nordio e Matteo Salvini al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, al vicesegretario federale della Lega, Alberto Stefani, e molti esponenti a vario livello di più formazioni politiche.
    Il vescovo Michele Tomasi, nell'omelia, ha parlato di Gentilini come di un "conoscitore dei bisogni e delle necessità anche spicciole e apparentemente minori dei concittadini. Ha avvicinato l'amministrazione alla vita quotidiana - ha aggiunto - mettendo così anche un 'paletto' significativo di riferimento per l'opera delle successive generazioni di amministratori, indipendentemente, questo, dalla loro collocazione politica ed ideologica".

 

Alle 14,30 il feretro ha iniziato un lungo percorso a passo d'uomo attraverso la Treviso medievale, toccando le piazze e le vie più centrali nelle quali era frequente incontrare Gentilini nel suo instancabile percorrere la città. Su richiesta della Confcommercio locale, dunque, negozi ed esercizi pubblici hanno rispettato il lutto cittadino (con alcune eccezioni per le insegne delle catene di franchising) interrompendo l'attività per una mezz'ora e permettendo il transito silenzioso del serpentone di cittadini, aperto dalla polizia municipale e scortato da schiere di alpini, in un silenzio inframezzato solo da brevi scrosci di applausi.
  Alle 15,30, è iniziata la funzione religiosa nel tempio di San Nicolò, la chiesa più grande di Treviso, e in grado di accogliere fino a duemila persone. Spazio comunque risultato appena sufficiente, dato che più di qualcuno ha potuto seguire la celebrazione solo dalle porte d'ingresso, con il favore di un gradevole pomeriggio di temperatura mite.
    Al termine il feretro ha preso la via del crematorio comunale, struttura alla cui costruzione Gentilini aveva dato, da sindaco, un forte impulso.