Cronaca di Redazione , 11/04/2025 13:05

Ulss 6 euganea, carenza cronica di personale: Cisl minaccia lo stato di agitazione

Medici e infermieri
Medici e infermieri

La carenza di personale all’interno dell’Azienda ULSS 6 Euganea ha raggiunto livelli insostenibili. Una situazione cronica che tocca ogni ambito – sanitario, tecnico e amministrativo – e che ad oggi rischia di compromettere gravemente la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Il grido d'allarme arriva dalla Cisl Fp Padova Rovigo, che chiede con forza misure immediate: «Non è più tollerabile che la gestione della carenza di personale si basi su interventi tampone, che non lasciano presagire una strategia organizzativa a lungo termine», dichiara Fabio Turato, Coordinatore Sanità Pubblica.

Oltre all'insufficienza di personale ormai strutturale, sta assumendo proporzioni sempre più allarmanti un fenomeno che aggrava ulteriormente una situazione già precaria: «Molti professionisti stanno lasciando l'Azienda perché vincitori di altri concorsi, nella legittima speranza di trovare condizioni lavorative migliori», interviene Alessandro Piovan dirigente della Cisl Fp per la sanità della bassa padovana. «Un continuo turnover che, giorno dopo giorno, svuota i reparti e impoverisce ulteriormente la qualità dei servizi assistenziali, personale che non viene sostituito creando enormi criticità nei Reparti e nei Servizi dell'ULSS 6 Euganea».

A questa situazione critica si aggiungono ulteriori problematiche che aggravano il quadro complessivo. Le esternalizzazioni dei Pronto Soccorso e le chiusure temporanee di servizi proposte come soluzione emergenziale sono fortemente respinte dalla CISL FP, che le considera un danno alla qualità dei servizi assistenziali. Inoltre, la gestione dei vuoti di organico generati da assenze improvvise, come malattie o maternità, continua a dipendere dal rientro in servizio di personale già sovraccarico, senza una strategia organizzativa efficace. A ciò si somma un altro elemento cruciale: il fondo stanziato dalla Regione Veneto per l’acquisto di prestazioni e il recupero delle liste d’attesa è assolutamente insufficiente per affrontare la carenza di personale e garantire continuità assistenziale.

«La fragilità del sistema è tale che basta un evento prevedibile, come una gravidanza o un'assenza per malattia, per mettere in ginocchio interi reparti», aggiunge Emiliano Bedon, dirigente della CISL con delega per l'Alta Padovana. «Il peso di tutto ricade sulle spalle dei lavoratori, sottoposti a carichi di lavoro estenuanti e sui cittadini, che vedono compromesso il loro diritto a un servizio sanitario di qualità».

Le recenti iniziative di sensibilizzazione davanti agli ospedali di Schiavonia e Cittadella hanno messo in evidenza la crescente frustrazione e il disagio dei dipendenti, che sono scesi in piazza per difendere non solo i propri diritti, ma la qualità dell'intero servizio pubblico. Il messaggio era chiaro: il tempo delle attese deve finire e servono interventi strutturali e urgenti.

L’estate è ormai alle porte e il piano ferie 2025 resta ancora un’incognita. La mancanza di una programmazione organizzativa seria ed efficace rischia di paralizzare ulteriormente le attività nei mesi più delicati dell'anno, in cui le esigenze operative sono già al limite. A questo si aggiungono ipotesi di esternalizzazioni e chiusure temporanee di servizi, che la CISL FP respinge con decisione:

«La chiusura temporanea di alcuni servizi durante il periodo estivo può essere una misura emergenziale, ma non può diventare la norma per sopperire alla mancanza di personale. Le esternalizzazioni non sono la soluzione. Anzi, rappresentano un ulteriore smacco alla qualità dei servizi assistenziali offerti ai cittadini e non fanno che aggravare ulteriormente la situazione», insiste Fabio Turato.

Per fronteggiare l'emergenza, la Cisl FP chiede con urgenza un incontro per discutere sulle seguenti priorità:

•     L'adozione immediata di un piano di assunzioni stabile, che risponda ai bisogni reali del territorio

•     Una programmazione ferie seria ed efficace, che non gravi ancora una volta sulle spalle dei lavoratori

•     Misure concrete per arginare le dimissioni, rendendo più attrattive le posizioni lavorative dell'azienda

La Cisl Fp lancia un ultimatum di cinque giorni all’Azienda, chiedendo risposte immediate e concrete. In assenza di soluzioni adeguate, la Cisl Fp proclamerà lo stato di agitazione del personale, mobilitando i lavoratori e coinvolgendo le istituzioni competenti. Servono risposte forti e tempestive, nel pieno rispetto dei lavoratori. Non è accettabile garantire i servizi costringendoli a rinunciare a ferie e riposi, senza nemmeno un adeguato riconoscimento economico per la loro continua e straordinaria disponibilità!

«Come Cisl siamo convinti che la chiusura dei servizi non può essere la risposta principale; occorre un approccio integrato che garantisca sia il benessere dei lavoratori che la continuità assistenziale per i cittadini», conclude Turato.