Agente della Penitenziaria aggredito al Due Palazzi: è finito all'ospedale

Un detenuto, con fine pena lunghissimo e recluso nel carcere Due Palazzi, ha aggredito nella serata del 12 febbraio un agente della Polizia Penitenziaria causandogli ferite con una prognosi ospedaliera di sei giorni.
A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria per voce del segretario Giovanni Vona. “La dinamica dei fatti è relegata al senso di impunità che ormai regna negli istituti penitenziari veneti. Infatti, ormai i detenuti sonno benissimo che pur rendendosi recidivamente responsabili di fatti volentieri nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria in primis, nulla o quasi nulla gli viene fatto. Se pur denunciati con ipotesi di reato contro la persona e non solo, all’interno del circuito penitenziario, per quanto blanda è l'azione disciplinare, il messaggio che passa è quello di totale impunità. Ciò, è cosa assai più deleteria, allorquando si tratta di detenuti con fine pena lunghissimi e che negli anni hanno sempre dimostrato e assunto atteggiamenti violenti, minacciosi e altamente menefreghisti di un sistema penitenziario che dovrebbe recuperare detti soggetti attraverso una azione di rieducazione e di risocializzazione. In conclusione, ancora una volta non si comprende, come mai un soggetto con un curriculum criminis della peggiore specie, possa ancora rimane in un istituto penitenziario specializzato in attività trattamentale di alto livello”.
Per Vona, “nella realtà detentiva della Casa di Reclusione di Padova, si realizzano circuiti quali corsi scolastici che partono da livelli di alfabetizzazione fino a livelli universitari, una infinita di corsi di hobbistica per arrivare alla specializzazione di professioni lavorative importanti. Attività queste, che possono raggiungere il risultato maggiore e sperato, solo se destinati a detenuti che vedono ciò come opportunità di riscatto sociale, ossia, non in coloro che vedono il carcere altro luogo dove continuare a delinquere e imporsi con metodi violenti pur di ottenere e soddisfare i loro capricci di veri delinquenti”.
Solidarietà al poliziotto ferito ed a tutti i poliziotti del Veneto arriva anche da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Mi preoccupa questo nuovo grave episodio avvenuto nella Casa di reclusione di Padova. Torno a denunciare come la consistente presenza di detenuti stranieri e/o con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri venete e del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano”.
Dura la presa di posizione del SAPPE: “Gli attuali vertici ministeriali, dipartimentali e regionali devono assolutamente porre tra le priorità d’intervento la garanzia dell’incolumità fisica degli appartenenti al Corpo. Non si corra il rischio di lasciare le carceri in mano ai delinquenti. Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti”.