Zone Rosse, la Diocesi: "Non è con multe ai più poveri che si risolve il problema del degrado"

Padova è la prima città del Veneto con una zona rossa. L'area della Stazione, di via Tommaseo e del Borgomagno sono state definite ‘ad alto impatto’ e i controlli da parte delle Forze dell'Ordine sono stati inaspriti. Alcuni senzatetto sono stati sanzionati e la notizia e scatenato la reazione della Fondazione Nervo Pasini /Cucine economiche popolari, della Comunità di Sant’Egidio, della Comunità Papa Giovanni XXIII, dei Beati i costruttori di pace e della Caritas Padova.
Questa la nota congiunta: “Ligia, Maria… ma anche Mohammed e tanti altri… sono volti noti della città. Noi, come associazioni e realtà religiose che ci occupiamo quotidianamente di persone vulnerabili e svantaggiate per garantire loro l’accesso ai servizi primari (un pasto, un letto, una doccia…) o anche per una parola di conforto, li conosciamo; li chiamiamo per nome… conosciamo le loro fragilità, i problemi, le criticità che spesso si nascondono dietro alla fatica di trovare una soluzione dignitosa. Collaboriamo con i servizi sociali del Comune di Padova e con altre realtà del territorio per creare reti di aiuto efficaci, anche quando le situazioni sono disperate, convinti che solo collaborando e unendo forze e competenze si possa arginare il fenomeno della povertà. Siamo altrettanto convinti dell’importanza di un lavoro in sinergia con le forze dell’ordine per garantire la sicurezza di tutti i cittadini – poveri compresi – e creare deterrenti alla criminalità, alla violenza e allo spaccio. Perché vogliamo bene alla città e vogliamo il bene di quanti vi vivono, studiano, lavorano e anche di quanti purtroppo non hanno o non vogliono un tetto sicuro sotto cui dormire. E proprio per questo sentiamo la necessità di chiedere alle istituzioni e alle forze dell’ordine di trovare strade comuni per aiutare le persone più vulnerabili, sole e povere. Non è con le multe ai più poveri che si risolve il problema del degrado di una città, ma con politiche di contrasto alla povertà e di sicurezza che coniughino le norme con la dignità delle persone. Tra l’altro multare persone indigenti, portatrici di problematiche complesse, non solo rappresenta un accanimento inutile, ma si traduce in un aggravio burocratico altrettanto inutile, senza offrire alcuna soluzione alla persona disagiata”.