Attualità di Redazione , 11/02/2025 10:56

Fine vita, Zaia: "Lavoriamo a tempi certi per le pratiche"

Fine vita
Fine vita

"A prescindere dal fare una legge, stiamo lavorando a un regolamento di applicazione della sentenza della Corte costituzionale. Lo vogliamo fare, quantomeno perché ci siano dei tempi certi per la trattazione delle pratiche". Lo ha il presidente del Veneto, Luca Zaia, in merito al fine vita
La sentenza della Corte Costituzionale "non prevede i tempi di risposta e chi somministra il farmaco - ha proseguito Zaia -. Cerchiamo di aggiustare il tiro, fermo restando che sulla somministrazione del farmaco qualche problema di natura etica e di coscienza c'è. Mi sento di escludere - ha concluso - che ci siano ritardi o gente che butta i dossier su un angolo della scrivania. I nostri direttori hanno come disposizione di trattare subito coi comitati etici che abbiamo istituito". 

Un anno fa il Consiglio regionale del Veneto aveva bocciato la legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito proposta dall'associazione Coscioni, nonostante Zaia avesse espresso voto favorevole al testo.

ASSOCIAZIONE COSCIONI L'associazione Luca Coscioni e il Comitato veneto "Liberi subito" chiedono che il "non si faccia attendere" il regolamento sul fine vita annunciato dal presidente del Veneto Luca Zaia, "e che riprenda le procedure e scadenze che erano contenute nella nostra proposta di legge, per dare attuazione concreta alla sentenza della Corte costituzionale". 
"Apprendiamo - affermano le associazioni in una nota - che la Regione Veneto sta 'lavorando da tempo' a un regolamento regionale di applicazione riguardante procedure e tempi di risposta alle persone richiedenti la verifica delle condizioni per accedere alla morte volontaria medicalmente assistita. Era lo stesso obiettivo della nostra proposta di legge regionale di iniziativa popolare 'Liberi subito', che restò poi bloccata in Consiglio regionale: evitare che persone malate afflitte da sofferenze psicologiche o fisiche intollerabili dovessero stare mesi o addirittura anni in attesa di una risposta dalla propria Asl di competenza. Da allora, ci sono state anche in Veneto persone che hanno avanzato richieste alle proprie Asl, e che anno atteso mesi o, addirittura, sono decedute prima di avere una risposta. In questo momento - proseguono - altre richieste sono in attesa e stanno attendendo le risposte delle Asl che, senza una cornice chiara della procedura, rischiano di attivarsi con tempi non rispettosi della condizione esistenziale di chi chiede di mettere fine a sofferenze non più tollerabili. Oggi sappiamo che queste persone, e le altre in quelle condizioni in futuro, potrebbero trovare risposta in un 'regolamento' - conclude la nota - le cui forme non sono ancora chiare".

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