Addio a Enrico Vanzini, l'ultimo Sonderkommando. Testimone de "la parte più oscura dell'uomo"

Si è spento Enrico Vanzini, l’ultimo sonderkommando di Dachau. Fu testimone dell'orrore dell'uomo: deportato prima a Ingolstad quindi detenuto a Buchenwald e Dachau tra il 1943 e il 1944, venne inquadrato nel sonderkommando e costretto a lavorare per i nazisti nello smaltimento dei cadaveri nei crematori. Il 29 aprile 1945 il campo di Dachau fu liberato dagli americani.
Originario di Fagnano Olona (Varese), si stabilì nell'alta padovana: residente a Santa Croce Bigolina di Cittadella, era ospite da due anni del centro anziani Villa Altichiero a Padova dove è spirato. Aveva 102 anni.
Tenne dentro il dolore di quanto vissuto per sessant'anni: non riuscì a parlare dell'orrore marchiato sulla sua pelle nemmeno alla moglie. Lui, il numero 123343, solo nel 2005 riuscì a testimoniare: iniziò a parlare soprattutto ai giovani perché addolorato dal fatto che “l'uomo non abbia capito nulla anche dopo la Seconda guerra mondiale. C'è chi ancora nega i campi di sterminio”. Tenne conferenze in scuole e sale pubbliche. nel 2013 la casa editrice Rizzoli pubblicò il suo libro dedicato ai sette mesi di prigionia a Dachau, dal titolo L’ultimo sonderkommando italiano.
Nel 2019 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Padova. Il Presidente della regione Veneto Luca Zaia ha detto di Vanzini: ‘Dalla posizione ragguardevole dei suoi 102 anni di vita, nella sua capacità divulgativa ha lasciato una grande eredità: il messaggio che dalla conoscenza della realtà e nel rispetto della verità è possibile capire i fatti e trovare l’antidoto contro il ripetersi nella storia di tragedie e crimini contro l’Umanità. In questo triste momento esprimo la vicinanza mia e della Regione ai familiari e a chi gli ha voluto bene’.