Cronaca di Redazione , 01/02/2025 8:30

Cgia: Giovani in Veneto stabili, ma il declino demografico è alle porte

Cala la popolazione del Veneto
Popolazione del Veneto

Negli ultimi dieci anni, il numero di giovani tra i 15 e i 34 anni in Veneto è rimasto sostanzialmente invariato, con un lieve calo di 5.500 unità (-0,6%). Nel 2014 erano 989.127, oggi sono 983.679. Un dato che potrebbe sembrare rassicurante, ma che in realtà nasconde un problema ben più ampio: secondo uno gli studi di Cgia, il declino demografico è già in atto e nei prossimi anni si farà sentire con forza.

PROVINCE A DUE VELOCITA' Non tutte le province venete hanno vissuto la stessa dinamica. Rovigo è la più colpita, con una contrazione del 12,8% (-5.855 giovani), seguita da Belluno (-2,6%). In controtendenza, invece, Treviso (+1.073, +0,9%) e Venezia (+972, +0,6%), un segnale che dimostra come alcune aree del Veneto siano più attrattive per i giovani.

IL NODO DELLA FORMAZIONE Se il numero dei giovani regge, la loro condizione occupazionale resta un problema. Il Veneto, come il resto d'Italia, soffre di un tasso di occupazione e di istruzione inferiore alla media europea. Le imprese faticano a trovare personale qualificato, e il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro rischia di aggravarsi. Servono investimenti mirati in scuola, università e formazione professionale per colmare il divario e garantire alle nuove generazioni opportunità concrete.

UN TUFFO NEL PASSATO: NEL 1943 IL 170% IN PIU' DI NASCITE Un dato che fa riflettere: nel 1943, in piena guerra mondiale, in Veneto si registrarono 82.504 nascite, oltre il 170% in più rispetto alle 30.438 del 2023. Oggi, con condizioni economiche e sociali nettamente migliori, la natalità è crollata. Questo dimostra che la crisi demografica non è solo una questione di incentivi alle famiglie, ma un cambiamento culturale e sociale più profondo.

LA QUESTIONE IMMIGRAZIONE L’immigrazione potrebbe tamponare il calo demografico, ma non può essere l’unica soluzione. Secondo il CNEL, il Paese dovrebbe adottare politiche mirate, favorendo l’ingresso di lavoratori stranieri che abbiano già competenze professionali e una conoscenza della lingua italiana, per facilitarne l’inserimento nel mondo del lavoro.

IL SUD SI SVUOTA, IL NORD TIENE A livello nazionale, il calo dei giovani è stato quasi interamente assorbito dal Mezzogiorno, che ha perso il 97,7% della popolazione giovanile sparita negli ultimi dieci anni. Dei 747.672 giovani in meno registrati nell’ultimo decennio (2024-2014) ben 730.756 (pari al 97,7 per cento del totale) sono riconducibili al meridione. Il nord, invece, ha registrato una leggera crescita grazie all’apporto degli stranieri. Tra le città in controtendenza spiccano Bologna (+11,5%), Milano (+10,1%) e Trieste (+9,8%).

Il Veneto, per ora, regge. Ma il tempo stringe: senza interventi strutturali su natalità, formazione e mercato del lavoro, anche questa regione rischia di pagare il prezzo di un inverno demografico sempre più vicino.