Cronaca di Redazione , 20/01/2025 11:20

Frode milionaria sul pellet, in 10 finiscono a processo

Pellet sequestrato dalla Finanza
Pellet sequestrato dalla Finanza

Società di comodo, fatture false e passaggi di denaro, il tutto architettato per vendere il pellet e la legna da ardere a prezzi fuori mercato evadendo l'iva.
La truffa milionaria è stata smantellata dalla Guardia di Finanza. Le indagini avevano preso il via nel 2022 da un capannone a Casale di Scodosia e vennero sequestrati 1,5 milioni.
Nel corso delle udienze preliminari del Tribunale di Rovigo 10 persone sono state rinviate a giudizio e solo una è stata assolta al termine del processo con rito abbreviato.

L'INCHIESTA La frode era stata scoperta nel corso delle indagini ad ottobre 2022 dagli agenti della squadra Mobile di Rovigo e dai militari della Guardia di finanza di Este. Vennero subito arresti quattro imprenditori, tutti ai domiciliari, uno residente a Treviso, uno a Venezia, uno a Verona e uno a Rovigo. A Casale di Scodosia invece il capannone da cui è partita l'intera inchiesta. 
Nel corso dell'attività erano stati perquisiti capannoni e abitazioni a Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Brescia e Ferrara.

Il capannone era nella disponibilità di una società con sede legale a Dolo, nel Veneziano, e impegnata nel commercio di pellet e legname. PRoprio lì arrivavano diversi mezzi da Slovenia e Croazia: scaricavano essenzialmente pellet e legname, poi caricati su altri mezzi diretti in altre località. Proprio l'attività di sorveglianza continua h24, anche con telecamere, aveva fatto emergere un aspetto strano: tutti i camion risultavano intestati a società indirettamente riconducibili agli stessi soggetti che occupavano il capannone monitorato.
A guadagnarci era un’impresa “schermata” del Trevigiano, il cui fatturato però era attribuito a quella del capannone di Casale di Scodosia, che riversava gli incassi su conti correnti di società estere riconducibili agli stessi imprenditori italiani.