Femminicidio di Abano: Nicoleta costretta ad abortire. In aula parlano i testimoni
In corte d'Assise nuova udienza in merito al femminicidio di Nicoleta Rotaru, 39 anni. Accusato del suo omicidio, il 2 agosto 2023, è l'ex marito Erik Zorzi che sembra aver inscenato un suicidio. La donna infatti era stata trovata priva di vita nel bagno di casa con la porta chiusa dall'interno. La coppia aveva due figlie.
Nel corso dell'udienza di ieri è emerso che nel 2021 Nicoletaera rimasta incinta per la terza volta e che l'uomo l'avrebbe costretta ad abortire. Lo aveva confidato alle amiche. “Siamo amiche da tempi del liceo. Mi raccontava che il marito era possessivo e geloso e che, negli ultimi tempi, stavano nella stessa casa solo per il bene delle bambine. La offendeva. Le diceva “sei una puttana moldava”. La umiliava e Nicoleta, che era preoccupata. E aveva paura per la sua vita” ha raccontato l’amica che vive a Brescia in aula. Ha poi aggiunto: “Le avevo detto di rivolgersi alle forze dell’ordine ma lei mi rispondeva che lo aveva fatto. E che finché non avevano prove, non potevano fare nulla. Quando Nicoleta è morta sono stata da loro e ho detto che non si era suicidata e che era stata sempre minacciata. I carabinieri mi hanno risposto che non c’era nessuna denuncia da parte sua".
Anche le colleghe di lavoro hanno raccontato che la donna aveva parlato loro delle ossessioni del marito e delle offese e minacce. “Una mattina era arrivata a lavoro terrorizzata. Ci aveva detto che si era svegliata con lui sopra e che alla richiesta di cosa stesse facendo le aveva risposto che stata solo controllando se stesse dormendo”.
Una vicina di casa, in aula, ha raccontato che Nicoleta le aveva detto che era rimasta incinta perchè ogni tanto era costretta a concedersi per la pace familiare. “Una sera erano intervenuti i carabinieri su mia chiamata. Poco prima mi aveva telefonato Nicoleta, molto provata dopo un lite con il marito. La linea era caduta, lei non rispondeva, e io ero preoccupata. I carabinieri suonarono il campanello di casa mia, dicendo che lei dormiva ed era tutto a posto con il marito. Io risposi: 'Sappiate che se succederà qualcosa alle bambine e alla signora, l’avrete sulla coscienza'”. E ha aggiunto: “Lei voleva separarsi ma nel modo meno pesante possibile sia per le bambine sia per il loro papà. Zorzi era terrorizzato al pensiero di perdere le bambine, la minacciava anche di morte. In quel periodo mi aveva confessato di avere paura di morire”.
Le colleghe della 39enne hanno raccontato che in due occasioni s’era presentata al lavoro con botte ed un’escoriazione.
La prossima udienza è fissata il 29 gennaio.