Cantiere Phi12 a Montegrotto: archiviate le accuse contro Emanuele Boaretto

“La vicenda penale può dirsi definitivamente conclusa in modo pienamente soddisfacente, con l’archiviazione del procedimento, che quindi ha visto la declaratoria di infondatezza delle ipotesi di reato già in fase di indagini preliminari, con conseguente proscioglimento del mio cliente architetto Emanuele Boaretto”. Illustra così l’avvocato Luigino Martellato la richiesta di archiviazione del PM ed il decreto di archiviazione del GIP relativi alla denuncia di maggio dello scorso anno sull’abbandono di rifiuti incontrollati.
Quando il 2 maggio 2023 è stato dato inizio al posizionamento del cantiere per i lavori di costruzione di Phi 12, uno spazio sommerso che affiancherà la già nota piscina profonda Y-40 The Deep Joy, grande è stato il richiamo su stampa e televisioni nazionali. Questo perché l’adiacente Y-40, già entrata nel Guinness dei Primati, a 10 anni dall’apertura si è confermata punto di attrazione internazionale per 10.000 persone l’anno provenienti da tutto il mondo, tale da richiedere un nuovo spazio sul quale ampliare le attività legate alla ricerca scientifica, alle esercitazioni formative delle forze dell’ordine e gruppi di soccorso e alla produzione foto e video.
A pochi giorni dall’inizio della predisposizione del cantiere, è giunta alla Polizia Municipale del Comune di Montegrotto la segnalazione (indicata in atti come “confidenziale” e rimasta significativamente anonima) di trasporto di materiale in un sito facente parte della stessa proprietà: trattavasi del terreno scavato e depositato per essere poi riutilizzato, come è stato, nel riempimento degli spazi tra lo scavo e la struttura; un tanto previe analisi e con procedura poi ritenuta del tutto corretta.
Questo ha comunque comportato l’intervento dei Carabinieri Forestali, che hanno disposto il sequestro di due cumuli di terra e rocce provenienti dall’attività di scavo, con l’accusa di gestione illecita di rifiuti, e questo sia nei confronti di Emanuele Boaretto (richiedente l’autorizzazione e progettista dell’opera) sia di Claudio Toniolo (legale rappresentante della ditta che ha compiuto lo scavo).
“A questo sono seguite le diffide da parte dell’ufficio tecnico del Comune di Montegrotto a proseguire i lavori e la pubblicazione di un comunicato stampa del sindaco che avallava la preoccupazione, con i conseguenti articoli sulla carta stampata e i giornali on line, vista la notorietà internazionale dell’architetto Emanuele Boaretto, a sottolineare la denuncia penale nei confronti suoi e della Millepini Immobiliare - ricorda l’avvocato Martellato -. Nonostante i tempi della giustizia, - continua il legale - con nostra grande soddisfazione, avendo fornito tutti gli elementi a dimostrazione dell’insussistenza delle fattispecie penali contestate, il PM (a seguito di verifica sul luogo e di esame della documentazione prodotta), ha provveduto a chiedere l’archiviazione del procedimento, poi accolta dal GIP, con decreto di archiviazione. Le diffide del Comune di Montegrotto ad iniziare i lavori hanno procurato molteplici danni all’azienda a partire dai 7 mesi di ritardo nei lavori, l’abbandono della ditta Cardin a continuare il lavoro a causa del protrarsi del periodo di stallo, nonostante fosse la ditta più titolata ad intervenire dopo l’ottimale realizzazione dell’adiacente Y-40, l’aumento del prezzo dei materiali intercorso in quel lasso di tempo, danno di immagine per il professionista che sta tutt’ora intrattenendo rapporti di consulenza all’estero in merito a strutture acquatiche profonde, alcune già realizzate, oltre all’evidente danno morale verso le due persone coinvolte".
Di poche parole Emanuele Boaretto, l’architetto sottoposto ad indagine in questi mesi: “Sono lieto di questo risultato che ovviamente mi aspettavo arrivasse, dal momento che non era stato fatto alcunché di estraneo alla legge. Devo ammettere però di nutrire una grande amarezza legata a questa vicenda che mi ha visto per 15 lunghi mesi accusato ingiustamente di reato penale. Ho messo la faccia su una questione nata a causa di una denuncia da parte di “una fonte confidenziale” talmente vile da restare anonima. Dover far riconoscere la propria correttezza ha costi importanti sia in termini economici che professionali, ma soprattutto morali e personali”.