Cronaca di Redazione , 26/10/2024 9:25

Ascom Padova: Nel 2024 l'imponibile derivato dalla fatturazione elettronica registra un -1,5%

Patrizio Bertin
Patrizio Bertin

C'è da rimanere sorpresi a guardare i dati e le tabelle relativi ai primi otto mesi dell’anno per ciò che riguarda l’imponibile IVA rilevato tramite la fatturazione elettronica. Sorpresi perchè alla fatturazione elettronica viene attribuito un "potere" quasi salvifico di emersione dell'evasione che forse non ha, mentre è il buon andamento o meno dell'economia quello che ne determina gli alti e bassi. E per i primi otto mesi del 2024 la parola da cliccare è "bassi" nel senso che l'imponibile rilevato dalla fatturazione elettronica è diminuito complessivamente dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. A dirlo è il report dello stesso Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) - Dipartimento delle Finanze che ha rilevato come, da gennaio ad agosto, l’imponibile dei soggetti diversi dalle persone fisiche abbia evidenziato una diminuzione del 2,0% mentre quello delle persone fisiche abbia mostrato un aumento del 4,7%. Ma perchè allora si è in negativo? 

Semplicemente perchè il peso dell’imponibile dei soggetti diversi dalle persone fisiche (leggasi: società) sul totale è risultato pari al 93,2%. Chi fattura di più? Logicamente la Lombardia: persino nelle gag il "lumbard" di turno non ha mai tempo libero perchè "deve fatturare". Da sola la regione con Milano capoluogo copre il 30,2% con una diminuzione di imponibile pari all’1,3%, incidendo con un –0,4% su quel -1,5% che è il dato nazionale. Segue il Lazio col 15,8% del totale ma con una diminuzione dell’imponibile pari al 4,1% (–0,7% rispetto al totale). Terzo il Veneto, che precede Emilia Romagna e Piemonte con l'8,5%. Se guardiamo al peso relativo alle persone fisiche il Veneto è addirittura secondo (9,6% sul totale), segnando una crescita dell’imponibile pari ad un contenuto +1,9%, con un’incidenza di +0,2% rispetto al totale. "Sono dati interessanti - commenta il presidente di Confcommercio Ascom Padova e Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin - perchè, in qualche misura, fanno giustizia di una certa narrazione che vorrebbe nell'adozione di strumenti sempre più vincolanti, sempre più burocratici, la soluzione di tutti i problemi. I dati dicono che non è così in senso generale o comunque non lo è nei termini che si vorrebbe far credere e, soprattutto, non è così per ciò che riguarda il terziario di mercato". 

Bertin fa riferimento ai dati relativi al livello settoriale dove il peso maggiore è quello che riguarda il commercio all'ingrosso e al dettaglio-riparazione di autoveicoli e motocicli (27,0%) che ha segnato un aumento di imponibile pari allo 0,7%, incidendo con un +0,2% sul totale (-1,5%). Le attività manifatturiere sono seconde con un peso sul totale pari al 24,3% e segnando una diminuzione dell’imponibile pari al 2,9%, con un’incidenza sul totale pari a –0,7%. "Vanno valutati con attenzione - prosegue il presidente - i dati che concernono le persone fisiche dove il peso maggiore a livello settoriale risulta quello relativo alle attività professionali, scientifiche e tecniche (26,8%), che ha segnato un aumento di imponibile pari all’10,5%, incidendo con un +2,7% sul totale delle persone fisiche (+4,7%) e al secondo posto si piazza il commercio all'ingrosso e al dettaglio-riparazione di autoveicoli e motocicli (18,6% del totale), segnando un aumento dell’imponibile pari allo 0,1%. Emersione di volumi d'affari? Anche, ma soprattutto centralità delle attività che afferiscono al nostro comparto". Comparto che aiuta decisamente l'economia veneta. Qualche esempio riferito solo alle attività non rappresentate da persone fisiche. Per ciò che riguarda il commercio all'ingrosso e al dettaglio, il Veneto è terzo: con il 9,9% segue Lombardia e Lazio. Per i servizi di alloggio e ristorazione è invece quarto (9,2%) dietro a Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna, ma è secondo (9,6%) dietro la sola Lombardia se guardiamo alle persone fisiche. Terzo anche nelle attività professionali (8,7%) sempre dopo Lombardia e Lazio e sempre per ciò che attiene alle persone fisiche. "Un po' come per l'uso delle carte di credito o di debito - conclude il presidente di Confcommercio Ascom Padova e Confcommercio Veneto - spesso si attribuisce al nostro mondo una resistenza all'innovazione che non esiste. Sulle carte, che stanno sostituendo il contante, i nostri rilievi riguardavano (e riguardano ancora perchè la battaglia non può dirsi conclusa) i costi bancari non certo l'uso degli strumenti elettronici. Lo stesso dicasi per la fatturazione elettronica: non un'opposizione al sistema, ma ai suoi costi. Chiaro poi che nell'uno come nell'altro caso una parte di "nero" affiori, ma è comunque marginale, per cui non così decisivo come, nel momento dell'introduzione dell'obbligatorietà, si era voluto sottolineare. Non marginale, invece, è il contributo che il nostro mondo dà all'economia e il dato su alloggio e ristorazione, in questo senso, è piuttosto eloquente".