Rider morto a 31 anni, Camani: "Una tragedia ma non una fatalità. Servono maggiori tutele"
"La tragica morte di Alì Jamat, deceduto nello stesso stesso giorno in cui nasceva il suo secondo figlio, vittima di un incidente stradale, solleva ancora una volta l’enorme questione della tutela di questa tipologia di lavoratori. Una morte che non può essere considerata come fatalità ma che si lega all’organizzazione del lavoro intermediato da piattaforma".
A dirlo la consigliera regionale padovana e capogruppo del Pd, Vanessa Camani. "La politica non può limitarsi al pur doveroso e sincero cordoglio, ma deve prendere atto che bisogna intervenire per contrastare la persistente violazione ed elusione delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori di questo settore. Un ambito che nasce dallo sviluppo tecnologico, con un'evoluzione dalle grandi potenzialità, ma che deve essere sempre accompagnata da regole che scongiurino ogni forma di sfruttamento”.
L'esponente dem ricorda come "in attesa di una normativa nazionale, ho presentato nei mesi scorsi un progetto di legge che propone che la Regione si faccia parte attiva nella definizione di una ‘Carta dei diritti dei lavoratori digitali’, allo scopo di garantire in maniera omogenea su tutto il territorio regionale un’occupazione sicura e dignitosa. Il dovere di dotare questi addetti di dispositivi di protezione idonei alla mansione che eseguono e di proteggerli da ogni forma di abuso sul lavoro deve tradursi urgentemente in intervento. Così come è necessario rafforzare il sistema di rappresentanza collettiva che aiuti questi lavoratori ad essere sottratti dall’isolamento in cui spesso sono trattenuti".
In conclusione Camani annuncia la presentazione di una mozione sul tema "per richiamare il governo veneto ad assumere un ruolo attivo nell'introduzione di queste tutele, comprese ovviamente quelle relative alla garanzia di un salario minimo orario e del riconoscimento delle indennità integrative come quelle connesse alle condizioni metereologiche o alla distanza da percorrere".