Il profumo è la prima cosa che si sente, quando si entra alla sede del Liceo Selvatico di Via Belzoni. Il profumo di fiori, inebriante presente. E’ il profumo di Sofia, come se fosse ancora tra noi, sfugge dalla bocca di chi ci accompagna e ci mostra l’albero dei ricordi allestito in poche ore da compagni di classe, amici e conoscenti. Sofia Gambato, di Camposampiero, è morta ieri dopo 5 giorni da quando è stata investita. Erano le 8 di mattina. Stava per entrare a scuola come tutti i giorni. E non si contano le lacrime. sabato, alle 10, nell’atrio del liceo Selvatico ci sarà un momento di raccoglimento per pensarla per ricordarla. Non si contano le parole spese per lei. PErchè lei era semplicemente Sofia, conosciuta da tutti, per il suo carattere, per la voglia di fare. Le candele, un’opera d’arte con lo spartito della sua canzone preferita: questa, della colonna sonora del film il favoloso mondo di Amelie. E poi lettere, pensieri. Ti voglio bene, ripetuto due volte. Fumavamo guardando le stelle, ora qualcuno fa parte di quelle. Foto, disegni che la ritraggono, che dipingono un sorriso che spesso allietava la vita degli amici. La lettera dei compagni di class che un giorno l’hanno vista arrivare e non l’hanno vista tornare. Quelle esposte nell’atrio sono vere e proprie opere d’arte, al Liceo Selvatico non poteva che essere così. Perchè Sofia era unica, un angelo che già brillava. Un fiocco nero all’ingresso da scuola. Il lutto di ragazzi che guardavano solo avanti e che si sono dovuti fermare per ricordare che la vita non è per sempre. Fuori dall’istituto, i cartelli che implorano agli automobilisti di andare piano. Ci sono gli studenti, è scritto. Un ultimo disperato appello, quasi la voglia di tornare indietro nel tempo. Ma il tempo indietro non torna. E allora in futuro che non ci sia più questo dolore straziante, questa assenza, questo silenzio. Ciao Sofia, buon viaggio, guardaci da lassù. Ciao piccola Selvatica, scrivono gli amici.