Continua a professarsi innocente Erik Zorzi, il camionista 42enne accusato dell’omicidio aggravato dell’ex moglie Nicoleta Rotaru, 39enne, madre delle loro due bambine.

Oggi il colloquio in carcere, al Due Palazzi, con il suo avvocato, Silvia Masiero, per l’organizzazione della linea di difesa in vista dell’udienza preliminare fissata al tribunale di Padova il 17 settembre. 

Nei confronti di Zorzi ci sono prove pesanti, a partire da quelle 7 ore di registrazione audio in cui la donna, avviato il rec sul telefonino appoggiato quella notte tra l’1 e il 2 agosto 2023 sul comodino, ha registrato ben più che i soliti violenti litigi. Ha registrato il proprio omicidio, dallo strangolamento sul letto nel cuore della notte, con – secondo l’accusa – l’ex marito a cavalcioni su di lei stesa a pancia in giù, stringendole al collo la cintura fino a farla soffocare. Le bambine a letto nella camera accanto. Nell’audio il grido di lei seguito da “Erik ti prego smettila”, seguito dal pianto e da un forte urlo strozzato…

Poi il corpo trascinato nel bagno, la manomissione del chiavistello per far apparire la porta chiusa dalla donna dall’interno per avvalorare il suicidio, utilizzando, come ha stabilito una perizia, un filo per farlo scorrere.

Poi ci sono amici e parenti di Nicoleta, da subito ad escludere la possibilità del suicidio: Nicoleta si stava rifacendo una vita, era felice, dopo un paio di giorni sarebbe partita per le vacanze con le sue amate figlie. Presto sarebbe uscita da quella casa piena di angoscia e violenza. Già aveva un’altra frequentazione.

C’è anche un altro particolare: Zorzi la mattina, dopo la morte dell’ex moglie, si è dato alle pulizie. Ha lavato con tanto di aceto le lenzuola del letto matrimoniale, stendendole fuori ad asciugare.

Come se volesse cancellare da quel letto, secondo l’accusa luogo della morte della donna, le tracce biologiche del delitto.

Intanto la difesa non esclude di chiedere il rito abbreviato per Erik Zorzi, con tanto di perizia psichiatrica per valutare un eventuale vizio di mente.