Cronaca di Redazione , 30/07/2024 14:16

Poste Italiane costretta a un rimborso da record: 400 mila euro di risarcimento

Slc Cgil
Marco D'auria, Marianna Cestaro, Avv. Silvia Sartori, Stefano Gallo e Alessandra Milani

Poste Italiane è costretta a risarcire un suo ex-dipendente con quasi 400 mila euro. Tutto è iniziato nel 2010, a seguito di licenziamenti operati da una cooperativa che lavorava in appalto per Poste Italiane, a cui Slc Cgil ha fatto causa per appalto illecito. Il risarcimento chiesto dai sindacati, nel 2015, era la riassunzione di questi lavoratori e che gli venissero ripagati gli anni persi. E così è stato, ma non per tutti: uno dei licenziati, nel frattempo, è andato in pensione, e non ha mai ricevuto la proposta di riassunzione. Cgil è intervenuta nuovamente, nel 2022, chiedendo che venissero rimborsati tutti gli anni di lavoro persi, dal 2010 in poi, cioè da quando è stato presentato il ricorso. 400 mila euro, a cui l’Avvocata Vettori, intende chiedere che vengano aggiunte anche le retribuzioni successive.

“Si tratta di una sentenza – dicono Alessandra Milani, Marco D’Auria e Stefano Gallo della Slc Cgil Veneto e Marianna Cestaro della Segreteria Confederale della Cgil di Padova – che punisce in maniera severa l’arroganza di Poste Italiane che, evidentemente, deve avere come policy aziendale quella di affrontare con gli avvocati temi e situazioni che potrebbero benissimo venire risolti attraverso delle normali e sane relazioni sindacali anche quando è evidente e chiaro che così i costi che deve sostenere sono molto più alti. Probabilmente, ciò accade perché i suoi dirigenti non sono mai tenuti a pagare di tasca propria le proprie scelte sbagliate e il massimo che può accadere loro è di venire promossi per essere spostati magari in ruoli dove possono fare meno danni. E quindi può accadere che si rifiutino di eseguire sentenze di Tribunale passate in giudicato con tutte le conseguenze del caso. Ma in Poste Italiane questo avviene un po’ in tutte le situazioni”.

“L’auspicio – concludono i rappresentanti sindacali – è che Poste Italiane scenda dal piedistallo in cui si è collocata e accetti di discutere con noi della situazione di quel lavoratore che, è bene ricordarlo, non ha vinto alla lotteria ma si è visto solo riconosciuto quanto perso in tutti questi anni a causa dell’ottusità di Poste Italiane. Una prassi, quella delle relazioni sindacali, che Poste Italiane farebbe bene ad adottare onde evitare di continuare a sprecare inutilmente risorse che invece potrebbero venire spese per la qualità dei servizi e le condizioni lavorative dei dipendenti”.