Plateatici, un decreto per semplificare la concessione. "Ma a Padova è altra storia" tuona APPE

Plateatici e semplificazioni: il Consiglio dei Ministri ha approvato il Disegno di Legge sulla Concorrenza e il mercato, che include la delega al Governo ad adottare, entro la fine del 2025, un decreto legislativo sulla concessione di spazi e aree pubbliche di interesse culturale o paesaggistico alle imprese di pubblico esercizio, per l’installazione dei cosiddetti plateatici o dehors. Nel frattempo, rimangono valide le semplificazioni nate in epoca Covid e poi di anno in anno prorogate, che consentono, ad esempio, l’occupazione di aree pubbliche senza l’obbligo delle autorizzazioni culturali e paesaggistiche di cui agli artt. 21 e 146 del Codice dei beni culturali. Ma c'è un caso unico ed è padovano, spiega APPE.
“Bene per la disposizione governativa – dichiara Federica Luni, Presidente APPE – peraltro anticipata a maggio scorso dal Ministro Urso nel corso della Giornata della Ristorazione, ma a Padova stiamo vivendo tutta un’altra storia”. Il riferimento è alla necessità, per gli esercenti patavini con attività ubicata in centro storico, di ottenere l’autorizzazione della Soprintendenza, con l’obbligo di presentare tutta una serie di elaborati grafici e documentazione tecnica, che nel resto d’Italia sembra non venga richiesta.
“Io non so – commenta la Presidente – come funzioni in altre Città, ma a Padova per poter mettere due tavolini sotto un portico vengono richiesti planimetrie con coni ottici, rendering, mappa catastale, foto degli arredi comprensiva di descrizione tecnica degli stessi: in totale spese per centinaia, se non migliaia, di euro, per poi magari vedersi bocciare l’istanza. Da quanto abbiamo potuto apprendere il parere della Soprintendenza sarebbe obbligatorio sono nelle zone del Centro storico che saranno individuate da un apposito decreto, che ad oggi non si è ancora visto: poiché tali zone non sono ancora state definite, secondo la Soprintendenza al momento si deve intendere tutelato tutto il Centro cittadino”.
A questo punto, gli esercenti attendono la pubblicazione del decreto che individui nel dettaglio dove sia obbligatorio il parere della Soprintendenza o, in alternativa, la pronuncia del TAR sui ricorsi presentati dagli esercenti. “Sappiamo – specifica la Presidente – che contro il parere negativo della Soprintendenza un paio di baristi hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo di Venezia, che dovrà stabilire se si applichi la semplificazione stabilita a livello nazionale, oppure se il parere della Soprintendenza sia comunque vincolante in tutto il centro storico: speriamo di avere presto la pronuncia”. Di sicuro, un eventuale parere del TAR a favore degli esercenti, aprirebbe la strada a molti altri locali che, nel corso degli ultimi due anni, si sono visti negare o ridurre in modo sensibile gli spazi all’aperto.