Omicidio di Villafranca: Friso resta in carcere per omicidio volontario e premeditato VIDEO
Almeno quattro coltellate che lo hanno ferito alla guancia, al naso, alle mani e, quella fatale che gli ha perforato un polmone, all'emitorace sinistro. E’ morto dissanguato Michael Boschetto dopo la violenta lite all’alba con il suo vicino lo scorso 27 aprile a Villafranca Padovana.
Accusato del suo omicidio è Giacomo Friso, 34 anni, reoconfesso fermato la mattina dell’omicidio da un poliziotto vicino di casa che lo ha visto scappare. Bocciata la richiesta di annullare la misura cautelare che lo ha spedito in carcere per omicidio volontario con due aggravanti, la premeditazione e i futili motivi.
Il giovane, tornato a Villafranca dopo essere scappato dalla comunità di recupero dove era ricoverato da circa due anni, ha passato giorni in preda ai fumi dell’alcol e della cocaina prima di compiere l’omicidio. Con Michael si conosceva fin da giovane e tra i due non era mai corso buon sangue.
Tra il 24 e il 25 aprile Friso aveva aggredito due avventori del bar Baraonda ed era stato visto girare per il paese armato di coltello.
Ma cos’è successo all’alba del 27 aprile? Il primo contatto tra Friso e Boschetto sarebbe avvenuto alle 4.40, mentre l'accoltellamento risalirebbe con certezza tra le 5 e le 6. Il 33enne ha prima bussato alla porta di Boschetto che dopo essersi svegliato è sceso e proprio lì è nata la prima lite dove i due si sono affrontati a suon di pugni. Friso è così tornato a casa per tornare circa un’ora dopo armato di coltello, l’arma con la quale ha inferto la ferita mortale al 31enne. Alle 5.38 Boschetto era ancora vivo, lo testimonia un messaggio vocale inviato alla sua fidanzata che alle 6 lo ha trovato esanime in un lago di sangue davanti alla porta di casa al civico 6 di via Gomiero.
L’indagato nel corso dell’interrogatorio ha fatto emergere una nuova ipotesi sul movente: rancori vecchi di anni legati ad un senso di imbarazzo e inferiorità provato nei confronti del 31enne. Un sentimento di vendetta covato nel tempo e inasprito dalla ricaduta nell'abuso di alcol e cocaina che Friso ha ammesso e che i test tossicologici hanno confermato.
Per la pubblica accusa il 33enne ha volontariamente ucciso, premeditando il gesto. Nonostante l'istanza presentata al Riesame, il 33enne per il momento resta nel carcere Due Palazzi.