Cronaca di Redazione , 29/02/2024 8:48

Omicidio di Bovolenta: Alberto indagato per omicidio volontario. Si pensa a premeditazione VIDEO

Il servizio del TgPadova

Alberto Pittarello aveva un piano per uccidere la compagna Sara Buratin che da poco lo aveva lasciato? E' quanto pensa la Procura che lo ha indagato per omicidio volontario  pluriaggravato dalla premeditazione e dalla relazione sentimentale.
Martedì 27 febbraio il tecnico caldaista 39enne si era preso un giorno di ferie e si era accordato con la 41enne per portarle lo scooter della figlia. Sara Buratin lavorava in uno studio dentistico e il martedì da sempre era il suo giorno libero. Questo il compagno lo sapeva bene. La donna, con la figlia 15enne, si era trasferita da qualche settimana a vivere a casa della madre in viale Italia. La relazione con Alberto non andava bene da qualche mese. Lui sembra non aver mai accettato la decisione, ai compagni di squadra di calcio aveva confidato la crisi e di essere molto abbattuto, ma nessuno avrebbe mai immaginato al peggio. Invece martedì mattina, poco dopo le 10 il 39enne, al momento unico sospettato, ha ucciso Sara con 20 coltellate nel giardino di casa della suocera. L'ha colpita alle spalle e l'ha lasciata lì a terra in un lago di sangue sotto la pioggia. A trovare il corpo della 41enne l'anziana madre che ha lanciato l'allarme. L'arma del delitto, un coltello da caccia, è stato trovato a poca distanza dal corpo.
Alberto Pittarello è poi salito a bordo del suo furgoncino Nissan e se n'è andato. Poco lontano, lungo l'argine del Bacchiglione in zona Cà Molin ha abbandonato il cellulare e si è inabissato nel fiume. Nel tardo pomeriggio del 27 febbraio infatti gli investigatori hanno trovato lo smartphone e visto le tracce del mezzo sull'argine. Da quel momento sono scattate le ricerche.
Il maltempo però non ha aiutato. In poche ore la corrente è aumentata e il fiume si è ingrossato. I Vigili del fuoco sono scesi in acqua con barche e sommozzatori. Grazie al sonar e altri dispositivi sono riusciti ad individuare il mezzo inabissato nel letto del fiume. Non è ancora stato recuperato. Le ricerche e il recupero sono sospesi perchè le operazioni in acqua sono troppo pericolose. Solo quando la piena passerà e il livello del fiume tornerà normale sarà possibile raggiungere e portare a riva il furgone.

I carabinieri ormai non hanno alcun dubbio: nessuna fuga da parte di Pittarello, il corpo si troverebbe all'interno del mezzo inabissato. Si sarebbe tolto la vita. 
Questa certezza ce l'hanno anche i famigliari del 39enne: “Non li ho mai visti litigare. Non avrebbe mai retto alla vergogna per quello che ha fatto” avrebbe detto sua madre ai Carabinieri e al sindaco Anna Pittarello. La coppia stava assieme da vent'anni e dalla relazione era nata una figlia. 
Ma c'è un dubbio: perchè abbandonare il telefono prima di inabissarsi? C'è chi pensa abbia simulato il suicidio per scappare. Ma da martedì mattina di Alberto non c'è più traccia.

Gli investigatori pensano che il 39enne abbia studiato nei minimi dettagli ogni cosa. Si stanno ricostruendo anche i dettagli dell'aggressione: secondo un primo esame esterno, sarebbero stati due i colpi fatali: entrambi nella zona tra la nuca e la spalla. I restanti sarebbero stati inferti quando la 41enne si trovava a terra.
Oggi si terrà l'autopsia sul corpo. 

Il recupero del mezzo riprenderà nelle prossime ore, meteo permettendo. Al momento sono ancora sospese.

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