Accoglienza migranti all'Allegri, conferenza e presidio degli Adl Cobas

Adl Cobas e Stria dicono no all'accoglienza all'Aeroporto Allegri. Hanno programmato per oggi pomeriggio alle 18.30 in piazza Gasparotto una conferenza con presidio per dire basta a quel tipo di accoglienza.
“Non siamo Allegri” il nome della manifestazione per dire basta alla scelta della Prefettura di accogliere adulti e minori in una parte inutilizzata dell'Allegri. All'interno ci sono circa 80 persone e quella che doveva essere una soluzione temporanea si starebbe trasformando, a loro dire, in un polo di accoglienza stabile.
"L’accoglienza è sempre più sinonimo di segregazione, sofferenza e infantilizzazione - scrive Adl Cobas su facebook -. A Padova da molti mesi il legittimo collocamento nelle strutture di accoglienza viene negato o gravemente ritardato per la difficoltà di decine di richiedenti di formalizzare la loro domanda di protezione internazionale. A queste dinamiche di “accoglienza negata”, che collocano questi soggetti in un contesto precario e insicuro di abbandono istituzionale, si è aggiunta negli ultimi mesi l’apertura di un campo provvisorio all’interno dell’ex aeroporto Allegri di Padova, dove i migranti, minori compresi, non sono ospitati o accolti, ma letteralmente segregati e abbandonati.
Siamo sempre più convinti che la sfida - urgente - sia quella di individuare, attraverso l’invenzione sempre più necessaria di alleanze e cooperazioni a geografia fluida e variabile, pratiche sperimentali di supporto e solidarietà, ma anche spazi comuni di lotta e di produzione di una nuova immaginazione politica in grado di affrontare con gli strumenti migliori e più incisivi lo scenario attuale".
“Siamo convinti che l’accoglienza non abbia niente a che fare con la segregazione e l’isolamento socio-spaziale, con l’abbandono e la mancanza di diritti, con la gestione emergenziale dei flussi migratori - scrive Stria su facebook -. Vogliamo un’accoglienza reale, diffusa e degna, basato sul rispetto dei diritti delle persone, della loro libertà e del loro desiderio di autodeterminazione. È semplicemente ridicolo che una città che si vuole accogliente e solidale come Padova accetti una situazione di questo tipo e non sia in grado di costruire soluzioni alternative per 80 persone. Chiediamo che le istituzioni cittadine, dall’amministrazione alla prefettura, prendano in carico la situazione, procedano a chiudere il campo e trovino soluzioni dignitose per tutte le persone lì presenti, con massima urgenza per i minori in particolare”.
Un secondo presidio è in programma sabato 17 febbraio alle 11:30 sul Liston davanti al Comune di Padova.