Una statua in Prato per Giulia? "Non le renderebbe onore" dice Chiara Gallani
“Fermare la scelta sui fatti che hanno riguardato Giulia Cecchettin rischia di non renderle onore, contrariamente all’intento, e possa essere controproducente rispetto all’obiettivo che è quello di dare finalmente spazio alla rappresentazione della donna, non come vittima, ma per il riconoscimento della sua presenza nello spazio pubblico”. La pensa così Chiara Gallani, già assessore a Palazzo Moroni, e da consigliera tra le promotrici dell’iniziativa di posizionare in Prato una scultura dedicata a una figura femminile. La suggestione scaturita dalla Commissione congiunta tra la commissione I (Pari opportunità) e la III (Cultura), dedicata anche al dibattito – oramai pluriennale – di avere una statua di donna in Prato, e che quella donna fosse o ricordasse Giulia Cecchettin, ha ricevuto poco consenso.
“Il lungo dibattito di ieri è stato utile, ne siamo certe, alla realizzazione del progetto: tutti noi consiglieri e consigliere abbiamo infatti chiesto conto e dovuto prendere atto della mancanza dei preannunciati fondi – ha detto Chiara Gallani – Abbiamo quindi invitato la Giunta a farsi carico della mozione già votata in Consiglio Comunale in tal senso e incamerato un forte e apprezzato impegno dell’Assessore Colasio e dell’Assessora Colonnello. D’altra parte, è altrettanto forte l’esigenza che il progetto non si chiuda nelle stanze istituzionali, soprattutto oggi, dopo una lunga attesa, ma che riconosca le sensibilità e le competenze esistenti in città, a partire dalle stesse associazioni che hanno sollevato la questione più di un anno e mezzo fa. Invitate alla Commissione, erano infatti presenti e sono intervenute le associazioni Veneto Mi Riconosci e Toponomastica Femminile, che da tempo lavorano sul tema, avendo anche pubblicato un censimento quantitativo e qualitativo della rappresentanza femminile nelle statue italiane. Speriamo quindi che la volontà di onorare una sensibilità che aveva portato alla mobilitazione e al clamore sulla stampa anche internazionale non si trasformi oggi nella fretta di un risultato calato dall’alto ma dia modo, anche attraverso un’opportuna Commissione, di far esprimere il mondo culturale esistente, di far germogliare quella attenzione al genere femminile oggi sottorappresentato di cui abbiamo enormemente bisogno, di trasformare insomma lo stesso percorso verso la scelta della statua in un cammino di nostra crescita culturale”.