Femminicidi, il pm Dini: "Non sempre è prevedibile, non si incolpino i familiari" VIDEO
“Le responsabilità sono del singolo, non si incolpi la famiglia di Filippo. Non tutto è prevedibile”.
A dirlo è il sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Padova Sergio Dini che interviene in una serata di informazione voluta dal comitato Pari opportunità del comune di Montegrotto all’hotel Millepini sulla violenza di genere, a pochi giorni dal 25 novembre – giornata mondiale contro la violenza sulle donne – che quest’anno coinciderà con la seconda fiaccolata per Giulia, stavolta da Torreglia, il paese del suo ex fidanzato e killer.
Con Dini, anche il pm Giorgio Falcone che parla di “necessario cambiamento culturale” spiegando che “però ci vuole tempo” e che “le donne maltrattate o stalkerizzate non possono aspettare”.
“Dire che tutti gli uomini sono cattivi non è giusto – aggiunge Dini – anche questa è una forma di violenza di genere”.
C’è molto da fare, da migliorare, quindi. Il Codice Rosso, lo scudo normativo che dal 2019 introduce più reati, pene più severe ma anche più tutele funziona secondo il primo dirigente della divisione Anticrimine della Questura di Padova Giuseppe Maria Iorio perché “in Italia – riporta numeri ufficiali della Polizia di Stato – i femminicidi scendono dai 71 del 2018 ai 39 di quest’anno”.
E funziona anche il recupero degli uomini maltrattanti introdotto nel 2020: “le recidive degli uomini ammoniti in Italia sono scesi dal 20% al 6% di quest’anno”, sottolinea Iorio.
Forze dell’ordine, magistrati, avvocati. A lavorare insieme alle prese con un fenomeno che sta cambiando: non solo uomini e anche donne, sono violenti giovani e giovanissimi, ragazzi e ragazze.
Fondamentale è cogliere i segnali spia, l’appello dei pm è rivolto a insegnanti e operatori sanitari che già hanno l’obbligo di segnalare. Non si è soli dopo la denuncia o la querela, ci sono enti che accolgono, anche i minori, le vittime più fragili della violenza diretta o indiretta.