Sui femminicidi "non possiamo nasconderci dietro a un dito. Non possiamo, come al solito in questo paese, avere l'alibi di dire 'glielo insegnano a scuola', perché non funziona così. Questa dev'essere una battaglia dell'intera comunità". Lo ha sostenuto il presidente del Veneto, Luca Zaia, intervenendo stamani a Mattinocinque su canale 5. 
Zaia ha ricordato "che i femminicidi non sono una prerogativa dei giovani, riguardano molto di più gli adulti", e ha sottolineato che "questo lavoro deve dare come risultato un acculturamento di tutta la comunità, identificare i comportamenti patologici, a iniziare dalla famiglia, perché quando ti ritrovi con un figlio che ha un comportamento che è distonico, che non è normale, che è ossessivo nei confronti della propria fidanzata, io non dico che si tradurrà necessariamente in un femminicidio però è un campanello d'allarme e quindi va accompagnato".

"Noi dobbiamo preoccuparci se abbiamo fatto il nostro dovere, se abbiamo comunque innanzitutto rispettato la condizione femminile, e fatto in modo che qualora si vedano dei comportamenti anomali vengano denunciati e si aiutino le donne - ha aggiunto Zaia a proposito della richiesta di "scuse" agli uomini per i femminicidi -. Io posso dire - ha precisato Zaia - che nel 2013 ho fatto aprire uno sportello in Veneto che si chiama 'In-Oltre', allora lo aprii per i suicidi a seguito del crollo delle banche popolari; oggi questo sportello può annoverare quasi 2.000 contatti con delle persone in difficoltà psicologica. Rispondono in maniera anonima degli psicologi, non costa nulla, e ci siamo occupati anche di violenza di genere. Alle donne l'appello che facciamo è che non dovete accettare assolutamente nessuna forma di di oppressione da parte del partner. Denunciate, e non ci sono solo le forze di polizia, ma c'è anche la possibilità di sentire nelle prime fasi, qualora una persona avesse dei dubbi, sentisse questa pressione psicologica, c'è anche un servizio come questo sportello", ha concluso.