Procuratore Cherchi: "Possibile rientro di Filippo Turetta in una decina di giorni"
L’accettazione di Filippo Turetta di tornare in Italia è un “aspetto che accelera, nell’arco di una decina di giorni, la possibilità di provvedere” alla sua estradizione. Lo ha spiegato il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi. “Già da ieri – ha affermato a Venezia – sono stati avviati contatti con la magistratura tedesca, i tempi dell’estradizione di Filippo Turetta dipendono da loro, ma sono molto collaborativi”.
“Siamo partiti – ha ricapitolato – cercando due persone scomparse, poi sappiamo come è finita, ma in mezzo ci sono tanti elementi da mettere assieme, non solo il ritrovamento a Barcis, ma come sono andati i fatti. Dobbiamo mettere assieme tutto, non spezzettare i singoli passaggi, fatto che danneggerebbe l’indagine”. Secondo Cherchi “tutto ciò che è stato acquisito è stato recuperato in tempi puntuali; non c’è allo stato alcuna necessità di urgenza, e poi a tutti i nostri accertamenti con i nostri tecnici avranno diritto di partecipare gli esperti di Turetta e delle parti lese”.
L’autopsia sul corpo della studentessa “sarà fatta solo quando ci saranno le notifiche alle parti» e i tempi potrebbero essere un pò più lunghi del previsto visto che il ragazzo è detenuto ad Halle e deve quindi nominare un legale” ha aggiunto.
COME CAMBIANO LE ACCUSE Il procuratore capo di Venezia ha comunicato il cambio dell’imputazione provvisoria di Filippo Turetta: omicidio volontario e sequestro di persone. “Il ritrovamento del corpo della ragazza chiaramente necessita il cambiamento del capo di imputazione – ha spiegato – che quindi è stato cambiato. È omicidio volontario, allo stato, ma si tratta di una imputazione provvisoria perché dobbiamo fare tutti gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti, sulla macchina, dobbiamo sentire la versione dei fatti di Turetta, e solo a quel punto si potrà fare un’impostazione più completa”.
Sulla possibilità di contestare l’aggravante della premeditazione al giovane, Cherchi invita alla prudenza: “Dobbiamo ancora valutare i dati di fatto e questo potrà essere fatto solo dopo l’autopsia e gli accertamenti tecnici irripetibili. L’autopsia sarà fatta solo quando ci saranno le notifiche alle parti, quando anche Turetta avrà nominato un suo legale”.
LA NOTA DELLA PROCURA “Il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin ha modificato i fatti e, quindi, il loro inquadramento in una fattispecie di reato diversa rispetto a quella contestata in precedenza al Turetta Filippo.
L’arresto di quest’ultimo, a seguito dell’emissione del mandato europeo da parte della polizia tedesca, ha poi posto un punto fermo nelle indagini.
Sono in corso le necessarie attività processuali per la consegna dell’indagato che devono tenere conto anche delle norme processuali della Repubblica Federale Tedesca e quindi delle modalità e dei tempi ivi previsti.
Vista la presenza in territorio estero dell’indagato si segnala che gli accertamenti irripetibili, che prevedono la sua necessaria partecipazione saranno , in parte, scanditi dai tempi derivamenti dagli atti di rogatoria che sono in corso di predisposizione. Solo all’esito delle C.T. e degli ulteriori approfondimenti potrà essere meglio chiarito lo sviluppo dei fatti e quindi il più preciso inquadramento giuridico che, in via di provvisoria, è comunque mutato in artt. 575 (omicidio, ndr), 577 comma 2° ultima parte 605 C.P.
La gravita delle contestazioni e il clamore mediatico suscitato dai fatti necessita ora di una decantazione in modo che le indagini procedano in modo spedito ma con tutte le garanzie che, previste a tutela di tutte le parti coinvolte, portino ad una ricostruzione completa che comunque eviti di indicare responsabilità prima che queste vengano accertate nei luoghi e nei tempi previsti dal codice di rito con la terzeità di cui questa Procura è costituzionalmente garante”.