Cronaca di Redazione , 25/05/2023 9:45

Villa e beni di lusso confiscati a un pluripregiudicato: operazione antimafia nel padovano

Polizia e Guardi di Finanza
Polizia e Guardi di Finanza

Operazione antimafia nel padovano. Si tratta di un’azione congiunta della Polizia con la Guardi di Finanza che hanno dato esecuzione a un decreto di confisca a seguito di accertamenti patrimoniali da cui è emersa la disponibilità di beni il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

Il provvedimento, non ancora definitivo, ha consentito di confiscare, in provincia di Padova, una villa di pregio di 200 mq circa, con annesso deposito di oltre 130 mq e un’ampia area pertinenziale di 1500 mq, un’autovettura e un motociclo d’epoca, affidati all’amministratore giudiziario. E’ stata anche disposta, per la durata di tre anni, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, del soggetto. Si tratta di un pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e ritenuto, sulla base del “Codice antimafia”, socialmente pericoloso. Nel corso delle indagini è emersa una palese sproporzione tra il valore del patrimonio a lui riconducibile e i redditi pressoché nulli dichiarati nell’ultimo decennio.

Gli accertamenti svolti hanno permesso di accertare che l’acquisto della villa era avvenuto con il versamento di denaro contante su conti correnti intestati a una terza persona, che aveva provveduto a emettere vaglia postali utilizzati per l’acquisto dell’immobile, perfezionato formalmente dalla sorella del destinatario della misura, all’epoca dei fatti appena diciottenne, priva di capacità reddituale e incensurata. Successivamente l’immobile è stato intestato al pregiudicato come contropartita per l’estinzione di debiti maturati da quest’ultima nei confronti del fratello.
All’interno dell’immobile sono state trovate, nel mese di gennaio, preziose monete antiche, ritenute provento di furto, successivamente restituite al legittimo proprietario.
L’assenza di una vera e documentata occupazione lavorativa, così come di un reddito lecito anche di altra natura, lascia ragionevolmente presumere alle forze dell’ordine che l’intero nucleo familiare abbia da sempre percepito redditi tramite attività illecite.