Cronaca di Redazione , 27/05/2023 5:32

CasaPound, striscione contro l'embargo alla Siria ma copre il graffito del Pedro

Lo striscione di CasaPound
Lo striscione di CasaPound

“Stop embargo, basta sanzioni alla Siria”. E’ questo il testo dello striscione affisso nella notte da CasaPound in Corso Milano e ‘rivendicato’ questa mattina con u comunicato stampa.

 “Revocare le sanzioni alla Siria, infame strumento che affama la popolazione e blocca gli aiuti umanitari per una nazione già stremata da dodici anni di guerra contro il terrorismo internazionale e nuovamente ferita dal terremoto di febbraio. Le sanzioni europee che la Siria subisce da dodici anni – spiega Cpi in una nota – sono un’enorme zavorra per gli aiuti umanitari, quanto mai necessari dopo il devastante terremoto che ha colpito la Siria settentrionale”. 
“L’embargo provoca tutta una serie di problemi: logistici, economici e sanitari, tra scarsità di mezzi di trasporto, assenza di voli internazionali e difficoltà di accesso in Siria anche dal Libano per le organizzazioni umanitarie”, si legge nella nota di CasaPound.

“Ad essere colpita è soprattutto la popolazione siriana – continua la nota – impoverita e vergognosamente umiliata (in barba a ogni diritto umano) anche dalle sanzioni della Ue, che durano dal 9 maggio 2011. Sanzioni commerciali e finanziarie, che soffocano la popolazione e impediscono la ricostruzione di una terra martoriata”.
“Questo embargo sta vessando un popolo che ha combattuto strenuamente, e continua a combattere, il terrorismo jihadista di tutto il mondo. Sussiste, oltretutto, una palese ingerenza estera negli affari interni di una Nazione sovrana e indipendente, in barba al diritto internazionale e a quelli stessi diritti umani che, l’Occidente e l’Unione europea in primis, affermano di considerare inalienabili”, conclude CasaPound.

Striscioni sono simili sono stati affissi in diverse città italiane, sempre ne corso della notte. 

Impossibile però non notare e ritenere una casualità il fatto che il muro scelto dagli attivisti di Casapound a Padova sia stato proprio lo stesso dove campeggia dalla scorsa estate il graffito “we can’t breathe”, realizzato dal cso Pedro in memoria di George Floyd, l’afroamericano morto nel 2020 a Minneapolis in seguito ad un arresto.