Cronaca di Redazione , 27/04/2023 9:45

Addio all'artista Pier Virginio Zambon: architetto e designer, esponente del Gruppo TATA

Pier Virginio Zambon (foto Il Mattino di Padova)
Pier Virginio Zambon (foto Il Mattino di Padova)

Non solo la Padova dell’arte piange la morte di Pier Virginio Zambon, architetto e designer, mancato all’età di 77 anni. Figura eclettica, stimato e conosciuto in città, figlio d’arte (il papà era lo storico poeta padovano Vittorio Zambon) è stato artista a tutto tondo. Un ludico padovano lo ha ritratto nel 2009 Paolo Pavan, nel volume Padova e il suo territorio. Figlio del ’68, Pier Virginio Zambon “ha condiviso e vissuto le mitologie libertarie dell’epoca, senza però viverne l’epilogo; così mentre molti della sua generazione sono diventati nomenklatura e nuova classe dirigente, negando e rinnegando le proprie origini per vivere gli agi del “Termidoro” che ne è seguito, egli ne ha saputo mantenere i valori originari, in una produzione artistica
eclettica, ma coerente”.

Tra i suoi lavori si ricorda la casa progettata nella prima periferia di Padova per il fratello Gabriele, nel 1990, con la particolare scala a chiocciola che si conclude con una cupola. Ma pure il Kenny di via Morgagni, tra i primi fast food apparsi in Italia: dall’arredo minimalista, colorato, giovane, inaugurato in zona universitaria nel 1984. 
Nel 1980 è invece con Ennio Chiggio, che in città fonda il Movimento Ludico insieme ad altri giovani artisti “pronti a rileggere le regole della comunicazione verbale e visiva”. Sono i TATA, “sperimentatori dell’immagine e della parola, ispirati dalla rivoluzione dada e surrealista e figli della crisi del Postmoderno”. Pier Virginio Zambon in quegli anni ha gestito anche la celebre galleria d’arte “TOT”, in Galleria Santa Lucia: fu fulcro cittadino di arte, architettura e design.

Innovativo quanto coerente, produttore di pitture, architetture, ma anche arredi e fotografie, il mondo per Pier Virginio Zambon è stato “un labirinto di dettagli, dove il cosmo e l’infinitamente piccolo si rispecchiano reciprocamente – ha scritto ancora Pavan – Comunque un labirinto: il rischio è sempre la propria perdita di senso e quindi la possibile salvezza è data da una necessaria empatia con gli oggetti d’uso e con gli spazi. Cosicché solo una loro lettura poetica ne può giustificare l’essere (degli oggetti e degli spazi) dandoci la garanzia di una (nostra) identità”.

Pier Virginio Zambon lascia il figlio Ruggero, anche lui architetto, e i fratelli Donatella, Gabriele e Vittorio. Lo riporta il Mattino di Padova, da cui è tratta la foto a corredo dell’articolo. Il funerale sarà celebrato oggi, giovedì 27 aprile alle ore 15 nella chiesa di Sant’Antonino, all’Arcella.