Addio all'artista Pier Virginio Zambon: architetto e designer, esponente del Gruppo TATA

Non solo la Padova dell’arte piange la morte di Pier Virginio Zambon, architetto e designer, mancato all’età di 77 anni. Figura eclettica, stimato e conosciuto in città, figlio d’arte (il papà era lo storico poeta padovano Vittorio Zambon) è stato artista a tutto tondo. Un ludico padovano lo ha ritratto nel 2009 Paolo Pavan, nel volume Padova e il suo territorio. Figlio del ’68, Pier Virginio Zambon “ha condiviso e vissuto le mitologie libertarie dell’epoca, senza però viverne l’epilogo; così mentre molti della sua generazione sono diventati nomenklatura e nuova classe dirigente, negando e rinnegando le proprie origini per vivere gli agi del “Termidoro” che ne è seguito, egli ne ha saputo mantenere i valori originari, in una produzione artistica
eclettica, ma coerente”.
Tra i suoi lavori si ricorda la casa progettata nella prima periferia di Padova per il fratello Gabriele, nel 1990, con la particolare scala a chiocciola che si conclude con una cupola. Ma pure il Kenny di via Morgagni, tra i primi fast food apparsi in Italia: dall’arredo minimalista, colorato, giovane, inaugurato in zona universitaria nel 1984.
Nel 1980 è invece con Ennio Chiggio, che in città fonda il Movimento Ludico insieme ad altri giovani artisti “pronti a rileggere le regole della comunicazione verbale e visiva”. Sono i TATA, “sperimentatori dell’immagine e della parola, ispirati dalla rivoluzione dada e surrealista e figli della crisi del Postmoderno”. Pier Virginio Zambon in quegli anni ha gestito anche la celebre galleria d’arte “TOT”, in Galleria Santa Lucia: fu fulcro cittadino di arte, architettura e design.
Innovativo quanto coerente, produttore di pitture, architetture, ma anche arredi e fotografie, il mondo per Pier Virginio Zambon è stato “un labirinto di dettagli, dove il cosmo e l’infinitamente piccolo si rispecchiano reciprocamente – ha scritto ancora Pavan – Comunque un labirinto: il rischio è sempre la propria perdita di senso e quindi la possibile salvezza è data da una necessaria empatia con gli oggetti d’uso e con gli spazi. Cosicché solo una loro lettura poetica ne può giustificare l’essere (degli oggetti e degli spazi) dandoci la garanzia di una (nostra) identità”.
Pier Virginio Zambon lascia il figlio Ruggero, anche lui architetto, e i fratelli Donatella, Gabriele e Vittorio. Lo riporta il Mattino di Padova, da cui è tratta la foto a corredo dell’articolo. Il funerale sarà celebrato oggi, giovedì 27 aprile alle ore 15 nella chiesa di Sant’Antonino, all’Arcella.