Reti degli Studenti Medi: manifestazione davanti al Tito Livio 'in difesa delle carriere alias'
Questa mattina, prima dell’inizio delle lezioni, gli studenti assieme alla Rete degli Studenti Medi di Padova si sono riuniti davanti al liceo Tito Livio per manifestare contro le recenti dichiarazioni delle associazioni pro-vita che minacciano di voler togliere definitivamente le carriere alias dalle scuole. Alla denuncia dei conservatori di queste come sola forzatura ideologica e abuso giuridico, gli studenti non si sono fatti aspettare e rispondono di tutto tono con striscione e cartelli che gridano alla difesa della carriera alias e dichiarano inaccettabile l’intromissione di chi è partiticamente e ideologicamente schierato contro qualsiasi proposta che riguardi i diritti delle persone della comunità lgbtq+. Lo spiega una nota della Rete degli Studenti Medi di Padova.
A Padova le scuole con la carriera alias sono quattro: Cornaro, Selvatico, Duca d’Aosta e Modigliani. “Un tentativo era stato fatto anche al Tito Livio, dove si è svolta la protesta, ma come in tante altre scuole la proposta è stata immediatamente respinta dai Consigli di Istituto. Ma è proprio da questo liceo che l’idea ha preso vita nel 2020. Da quel momento è partita, dichiarano gli studenti, la necessità di far approvare in più scuole possibili il cosiddetto “doppio libretto”, un profilo burocratico alternativo che permette di sostituire il nome anagrafico con il nome scelto dalla persona in tutti i documenti scolastici”.
“Sono ormai due anni che ci battiamo come Rete degli Studenti Medi per cercare di costruire una scuola libera da ogni discriminazione ed è da questo pensiero che nasce il nostro progetto per la carriera alias - dichiara Irene Bresciani, della Rete degli Studenti Medi di Padova - Da subito abbiamo dovuto fronteggiare critiche e offese e ora, con il nuovo governo, pro-vita e conservatori si uniscono e minacciano di volerle togliere. Ma dalle loro dichiarazioni è evidente che non sappiano nemmeno come funzioni. Parlano di abuso giuridico, dicono che la scuola non può modificare il nome anagrafico di una persona. Ma la scuola non si sostituisce al tribunale e non cambia l’identità legale di uno studente, anzi si appella all’autonomia scolastica, perché può decidere come trattare i dati personali degli studenti nei documenti interni alla scuola, quindi può modificare il nome di una persona che lo richieda. Come? Grazie alla carriera alias. Anche questa è legge, per rimanere in termini giuridici - continua Bresciani - Che poi venga definita come un atto da viziati e incompetenti e una violazione dei principi naturali, quella è tutt’altra storia. Il problema è la loro l’ignoranza che narra la fluidità di genere come una propaganda corrotta e una cosa dannosa per la crescita dei giovani. Ma alle orecchie tappate noi rispondiamo con fatti e informazione. Non ci spaventa che si appellino al ministero per annullare in uno schiocco di dita quello che abbiamo costruito, perché se si parla di battaglia, quelli più forti siamo noi”
Alla protesta si è parlato di inclusività, di come i luoghi d’istruzione debbano essere i primi spazi in cui sia inderogabile il rispetto della dignità e identità di tutti. Esempio concreto che è stato riportato è quello di Cloe Bianco, professoressa transgender che si è tolta la vita lo scorso giugno in seguito a insulti e discriminazioni transfobiche. In quest’occasione l’assessora all’istruzione in Veneto, Elena Donazzan, ha chiarito la sua posizione scettica sulle tematiche di genere, per lo più deridendo e banalizzando l’accaduto.
“Dopo l’evento di Cloe Bianco e le allucinanti parole di Donazzan, nessuno ci venga a dire che in scuole e università proposte come la carriera alias siano inutili, - interviene Alice MIraglies, rappresentante del Tito Livio e membro della Rete degli Studenti Medi di Padova - perché è la dimostrazione di come questi luoghi possano essrere il fulcro dell’educazione o, come in questo caso, della discriminazione e disinformazione. Stamattina siamo al Tito Livio perché è tutto partito da qui nell’ottobre del 2020, quando si è verificata una discriminazione verbale verso uno studente transgender. Da lì abbiamo capito che dovevamo agire, come studenti, come Rete degli Studenti Medi e come nuove generazioni, per cambiare la scuola. Noi giovani siamo stufi di vedere come ci si appelli ancora al bigottismo per giudicarci e di sentire sempre le stesse critiche, provenire sempre dalle stesse ampie fasce di conservatori. Ci chiedete perché insistiamo tanto su questi temi e sul sensibilizzare vecchie e nuove generazioni? Perché il futuro siamo noi, e noi creeremo una società e un sistema scolastico inclusivo. Continueremo a lottare per i nostri diritti e per i nostri spazi, per una scuola inclusiva, pubblica, laica, libera da fascismo, xenofobia, razzismo e omobilesbotransfobia. Né i pro-vita né il nuovo governo, nè associazioni neo-fasciste ci faranno credere di sbagliare e per questo non indietreggeremo mai - conclude Miraglies.