Cronaca di M.P. , 29/12/2022 15:28

Omicidio di San Martino di Lupari, sempre piu' dettagli sconvolgenti VIDEO

Quando l’altra figlia della coppia è entrata in casa attorno alle 13 del 27 dicembre, s’è trovata davanti a un lago di sangue, oggetti e cocci rotti dappertutto.

Al piano terra il padre, l’89enne Giorgio Miatello, agonizzante, ma ancora vivo. Aveva dormito giu in salotto perché dopo una caduta nei giorni precedenti, faticava a salire le scale per andare al piano superiore della villetta. Su, nella camera da letto, c’era la mamma, Maria Angela Sarto, 84 anni, senza vita, massacrata e ricoperta di sangue.

Uccisa lei e quasi ucciso lui che resta in condizioni critiche in terapia intensiva all’ospedale di Padova, con feroci colpi alla testa, il cranio e i volti sfigurati da pesanti vasi e oggetti, i cui cocci in frantumi sono poi stati usati per ferirli ulteriormente. 

La figlia della coppia ha dato l’allarme sotto choc e subito i carabinieri si sono messi a cercare la sorella maggiore, 51enne, Diletta Miatello, ex vigilessa nel vicentino e nel trevigiano, separata, da anni senza la custodia del figlio, con problemi di stabilità psicologica. Tornata a vivere nella casa di San Martino di Lupari a fianco dei suoi genitori da circa un anno. Senza lavoro, senza soldi, che a quanto pare erano continuo motivo di tensioni e richieste ai genitori forse anche in quest’ultima volta fatale. Una ferocia scatenata probabilmente nella notte di Santo Stefano, secondo il medico legale. Quando il 27 mattina attorno alle 8 la collaboratrice domestica ha suonato il campanello nessuna risposta. E’ uscita dal suo lato di casa la figlia Diletta e l’ha mandata via, dicendo che i genitori volevano riposare.

Collaboratrice che ora ringrazia di averlo fatto, perché sarebbe potuta finire male anche per lei.

Poi Diletta ha spento il telefono per no essere rintracciata, (invano perché lo hanno fatto le telecere del traffico intercettando la targa della sua automobile), ha preso la sua auto alla volta di Romano d’Ezzelino in provincia di Vicenza dov’è andata in un albergo. Lo stesso in cui, attorno alle 15,30 l’hanno prelevata i carabinieri di Bassano, in collegamento diretto con i colleghi di Cittadella alla guida delle indagini coordinate dal magistrato Marco Brusegan.

L’accusa di omicidio e tentato omicidio volontari aggravati dal vincolo della parentela è arrivata nella stessa serata, anche se la donna non ha ammesso nulla e di fatto non ha parlato. A parlare però, nei suoi confronti, c’è un quadro accusatorio pesantissimo.