Cronaca di Redazione , 30/07/2022 11:42

Zaia: Nessun veneto emigrato è andato a riempire le carceri

Luca Zaia
Luca Zaia

“L’emigrazione veneta ha portato i migliori valori della nostra terra: onestà, laboriosità, spirito di sacrificio, inventiva, diventando anno dopo anno, decennio dopo decennio, un punto di riferimento per i contesti sociali nei quali ogni veneto emigrato si è inserito con rispetto e senso civico. Nessuno di loro è andato a delinquere e a riempire le carceri”. Lo ha affermato oggi il presidente del Veneto, Luca Zaia, intervenendo sulla Piana del Cansiglio, alla “Giornata dei Veneti nel Mondo”.
“Oggi – ha aggiunto Zaia – è il giorno della festa, dell’orgoglio, della gratitudine, nel quale riabbracciamo gli emigrati veneti di oramai svariate generazioni e rinnoviamo loro il grazie di tutto il Veneto per essere stati ed essere tutt’oggi uno dei migliori nostri biglietti da visita. Oggi è anche un momento di riflessione perché siamo di fronte ad una nuova emigrazione di giovani che scelgono di andare all’estero per fare esperienze di alto livello professionale. C’è chi parte per scelta e chi per necessità: a questi ultimi dobbiamo riservare le attenzioni necessarie”.

La grande emigrazione ebbe inizio nel 1876 e vide intere famiglie lasciare il Veneto, portando allo spopolamento di paesi e contrade. Contadini e braccianti si imbarcarono verso i Paesi dell’America Latina per scappare dalla povertà e dagli effetti della grande crisi agraria, incentivati dai governi dei paesi di destinazione. 
In Brasile, con l’abolizione della schiavitù (1889), i grandi proprietari terrieri delle piantagioni di caffè dello stato di San Paolo cercavano nuova manodopera all’estero: la maggior parte degli emigranti divennero contadini nelle fazendas e nelle piantagioni di caffè. Nel sud del Paese i nuovi arrivati fondarono Nuova Venezia, Bella Vista, Curitiba, ancora oggi cittadine dove si parla in italiano. In città come San Paolo in Brasile o Buenos Aires c’è ancora oggi una forte impronta italiano/veneta. L’esodo interessò in particolare il Nord Italia dove tre regioni fornirono da sole il 47% dell’intero continente migratorio: Veneto (17,9%), Friuli Venezia Giulia (16,1%), Piemonte (13,5%). Con 3.190.000 di emigrati tra il 1866 e il 1990 il Veneto detiene il primato tra le regioni per flussi migratori.